Negli Usa continua l’ondata di violenza armata che sta affliggendo tutti gli Stati senza distinzione fra repubblicani e democratici; dall’inizio dell’anno i casi di mass shooting sono stati oltre 140.

Solo nell’ultimo fine settimana, a Pittsburgh due 17enni sono stati uccisi e molte altre persone sono rimaste ferite in una sparatoria scoppiata in una festa, dove sono stati esplosi circa 90 colpi.

Altre 2 sparatorie di massa sono avvenute nella Carolina del Sud, una in un centro commerciale, fortunatamente senza morti, mentre nell’altra sono state uccise 9 persone durante una festa di Pasqua in un lounge bar a Furman.

A Philadelphia in 24 ore almeno 24 persone sono state uccise per colpi di arma da fuoco, in più quartieri e a tutte le ore del giorno. Il sindaco Jim Kenney su Twitter ha scritto che l’ondata di sparatorie è stata “devastante” e “mi ha non solo spezzato il cuore, ma mi ha dato molta rabbia”. Il capo della polizia di Philadelphia Danielle Outlaw ha aggiunto che “la violenza e il trauma di questi incidenti si estendono oltre le persone direttamente colpite: permeano il tessuto stesso delle nostre comunità”.

A Portland, in Oregon, durante una sessione del consiglio comunale a cui sono intervenuti anche i cittadini, si é discusso se stanziare o meno un budget più alto per la polizia potrebbe servire per prevenire la violenza armata.

“La nostra principale preoccupazione sono le sparatorie – ha affermato Laila Hajoo, co-presidente della Coalizione dei gruppi consultivi – Da gennaio a marzo a Portland sono state segnalate 390 sparatorie, 144 delle quali solo a marzo. L’ufficio di polizia di Portland è ai minimi storici, nonostante siano in grado di rispondere più rapidamente, affrontare meglio le situazioni di emergenza e coltivare relazioni migliori con la popolazione”.

La sparatoria nella metropolitana di Brooklyn in cui sono state feriti 29 pendolari, ha scosso profondamente non solo la città di New York, ma tutto il Paese. “Anche noi stiamo affrontando un problema che sta colpendo l’intera nazione in questo momento ed è per questo che la risposta di New York è una risposta nazionale – ha detto il sindaco di New York City Eric Adams ai microfoni della CNN – E una risposta nazionale a questo problema é necessaria”.

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È difficile non vedere questa ondata di violenza come l’ennesimo risultato del dibattito sulle armi negli Stati Uniti, dove sono ancora in molti a ritenere sacrosanto il diritto sancito dalla Costituzione, di possedere armi, tanto quanto i critici del Secondo Emendamento affermano che quel diritto ne minaccia un altro, quello alla vita.

Ogni mass shooting invece che incrementare costruttivamente il dibattito, sembra radicare le rispettive convinzioni: a tutte le sparatorie il dibattito si accende, ed inevitabilmente dopo qualche giorno la questione svanisce dalla conversazione nazionale, poi si verifica un’altra sparatoria e il ciclo ricomincia.

A sottolineare questa tendenza circolare è stato il governatore repubblicano della Georgia Brian Kemp, che ha risposto a modo suo, firmando una nuova legge per consentire ai residenti di portare con se armi nascoste, anche senza licenza.

Institute for Health Metrics and Evaluation
Il numero di sparatorie negli Stati Uniti è 8 volte maggiore che in Canada, che ha il settimo tasso più alto di possesso di armi al mondo; 22 volte superiore a quello dell’Unione Europea e 23 volte superiore a quello dell’Australia.

Questa mossa fa della Georgia il 23° Stato a non avere una politica che richieda un permesso per portare fuori casa armi nascoste, e senza che ciò abbia mai dato un apporto risolutivo al problema delle sparatorie, almeno stando a quanto mostrano i dati raccolti da Everytown for Gun Safety, organizzazione no-profit che si occupa della prevenzione della violenza armata.

Il numero di sparatorie negli Stati Uniti è 8 volte maggiore che in Canada, che ha il settimo tasso più alto di possesso di armi al mondo; 22 volte superiore a quello dell’Unione Europea e 23 volte superiore a quello dell’Australia, secondo i dati dell’Institute for Health Metrics and Evaluation.

Il direttore dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc), ha annoverato la violenza armata nell’elenco delle “serie minacce per la salute pubblica”.

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“Qualcosa deve essere fatto al riguardo – ha detto la direttrice del Cdc, Rochelle Walensky – A differenza della pandemia di Covid-19, che si è diffusa tra le popolazioni di tutto il mondo, o dell’epidemia di oppioidi che attanaglia Paesi vicini e lontani, la violenza armata è una tragedia unicamente americana”.

Il presidente Joe Biden da parte sua ha fatto dei progressi solo modesti riguardo il controllo delle armi, anche perché passi importanti come il divieto di possedere armi d’assalto (le famigerate mitragliette semi automatiche AR-15) o la chiusura di scappatoie per il controllo dei precedenti, richiederebbero un’azione del Congresso.

Vista l’incapacità del Congresso di produrre leggi bipartisan sulla limitazione del possesso di armi, la Casa Bianca ha rivolto l’attenzione alle cosiddette “pistole fantasma”, annunciando un nuovo regolamento che affronta la capacità del governo di rintracciare le armi non regolamentate e non rintracciabili perché realizzate con i kit per le stampanti 3D.

La nuova misura richiede dei controlli prima dell’acquisto del kit e l’inclusione di numeri di serie su alcuni componenti utilizzati per assemblare le armi, ma questa è una goccia nel mare di regole che sarebbero necessarie per affrontare un problema che sembra peggiorare di settimana in settimana.