Al vertice del comitato scientifico chiamato a valutare pro e contro del Ponte dello Stretto è stato scelto un negazionista del cambiamento climatico: Alberto Prestininzi, ordinario di Ingegneria della Terra presso La Sapienza, tra i primi firmatari della petizione “There is no climate emergency” che sostiene che l’emergenza climatica non esiste.

Secondo Prestininzi e gli altri firmatari dell’appello “l’archivio geologico rivela che il clima della Terra è variato da quando il pianeta esiste, con fasi naturali fredde e calde. La piccola era glaciale si è conclusa nel 1850. Pertanto, non sorprende che ora stiamo vivendo un periodo di riscaldamento”. E ancora: “Non esiste un’emergenza climatica. Non vi è quindi motivo di panico e allarme. Ci opponiamo fermamente alla dannosa e irrealistica politica di zero emissioni di CO2 proposta per il 2050. Lo scopo della politica globale dovrebbe essere la prosperità per tutti fornendo energia affidabile e conveniente in ogni momento”.

Immediata la reazione del coordinamento Invece del ponte – cittadini per lo sviluppo sostenibile dell’area dello Stretto: “Il ministro Salvini probabilmente lo ripaga per la vicinanza politica e il loro comune sentire. Il territorio dello Stretto non può subire l’ennesimo insulto di una nomina insensata, da respingere con la massima fermezza: la sostenibilità di un’opera pubblica così impattante non può essere garantita da chi nega che l’ambiente sia impoverito e alterato dall’azione umana. Ci domandiamo se gli illustri scienziati chiamati a comporre la Commissione riterranno di poter accettare questo coordinamento”.

“La scelta di Matteo Salvini di nominare Alberto Prestininzi come coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico sul Ponte dello Stretto, da lui definito di ‘alto valore’ è fortemente discutibile” denuncia il co-portavoce di Europa Verde e deputato di AVS Angelo Bonelli. “Le sue dichiarazioni dimostrano un approccio antiscientifico e fuori dalla realtà delle sfide ambientali e climatiche che il nostro Paese e il mondo intero affrontano”.

“Questa nomina – prosegue Bonelli – solleva dubbi e preoccupazione per le modalità con cui si vorrebbe realizzare un’opera per noi inutile che costerà oltre 15 miliardi di euro agli italiani un vero pozzo senza fondo. L’approccio scientifico deve essere basato su dati, evidenze e consensi internazionali, non su opinioni personali che negano la realtà dei cambiamenti climatici. Presenterò un’interrogazione parlamentare per ottenere chiarezza su quali criteri siano stati seguiti nella nomina del professor Prestininzi e per chiedere spiegazioni riguardo alla scelta di un coordinatore con posizioni scientifiche discutibili” conclude Bonelli.