«Putin è il leader di una banda criminale organizzata». Così Yulia Navalnaya, vedova dell’attivista e leader politico di opposizione Alexei Navalny morto il 16 febbraio in un campo di prigionia siberiano. Ucciso dal Cremlino, secondo i suoi collaboratori e secondo i leader politici occidentali, direttamente o indirettamente.

Navalnaya è intervenuta in aula a Strasburgo, parlando in inglese di fronte agli eurodeputati e alle tribune per il pubblico gremite, in un discorso di circa venti minuti, venato di ricordi personali e a tratti emotivo, più volte interrotto dagli applausi. La presidente Roberta Mestola e tutta l’assemblea hanno espresso le loro condoglianze e tributato un omaggio al leader scomparso. Al tempo stesso hanno ricevuto indicazioni su cosa l’Ue dovrebbe fare di più contro il vicino russo, diventato sempre più ingombrante con l’aggressione dell’Ucraina. Al tempo stesso hanno ricevuto indicazioni su cosa l’Ue dovrebbe fare di più contro il vicino russo, diventato sempre più ingombrante con l’aggressione dell’Ucraina.

«Ho pensato che in 12 giorni dalla morte di Alexei avrei avuto il tempo di preparare questo discorso», ha raccontato in aula la vedova dell’attivista. «Però, prima abbiamo passato una settimana ad organizzare il funerale. Che sarà venerdì a Mosca, ma ancora adesso non sappiamo se sarà pacifico o arriverà la polizia ad arrestare chi è venuto a dire addio ad Alexei». Chiara la linea espressa su come combattere efficacemente Putin in Russia: da un lato sostenendo chi fa opposizione, dall’altro rendendo efficace l’azione europea, dato che nessuna delle attuali decisioni prese da Bruxelles ha finora fermato l’aggressione di Mosca contro Kiev. «Se volete davvero sconfiggere Putin, dovete diventare innovatori. Non si può danneggiare Putin con un’altra risoluzione o un’altra serie di sanzioni non diverse dalle precedenti. Non avete a che fare con un politico ma con un maledetto mafioso. La cosa più importante sono le persone vicine a Putin, i suoi amici, collaboratori e custodi del denaro della mafia. Voi, e tutti noi, dobbiamo combattere questa banda criminale», ha concluso Navalnaya.

Standing ovation degli eurodeputati prima e dopo il discorso, sono intervenuti i leader dei principali gruppi politici, è rimasto in silenzio quello di Identità e democrazia (Id), il leghista Marco Zanni. Eloquente, invece, il capogruppo dei conservatori (Ecr) Nicola Procaccini, luogotenente di Giorgia Meloni in Europa. Ribaltando il brechtiano “beato il popolo che non ha bisogno di eroi” non ha rinunciato ricordare l’eroe antisovietico Jan Palach, tracciando un paragone: «Quando è morto quel ragazzo, ha vinto la libertà ed è nata l’Europa che amiamo. Sarà lo stesso per Navalny. Il 16 febbraio hanno ucciso un uomo libero, ma ne sono nati migliaia. In Russia, in Europa, e nel mondo».

Ma al netto dell’ideologia di destra, che equipara la repressione putiniana a quella sovietica pur di non ammettere il suo autoritarismo muscolare e antiliberale, l’Europa ha in agenda decisioni concrete. A partire dal sostegno all’Ucraina, sempre più sotto pressione per l’offensiva militare russa. Prima dell’intervento di Navalnaya, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen si era rivolta all’assemblea degli eurodeputati, anticipando le strategie di difesa della politica Ue, dopo le discusse dichiarazioni del presidente francese Macron sulla possibilità di inviare truppe Ue in Ucraina. Martedì l’Eurocamera ha detto sì a 50 miliardi di euro di aiuti finanziari a Kiev, oggi è previsto il voto su due risoluzioni, a sostegno dell’opposizione russa e per il supporto incondizionato a Kiev contro l’invasore.