Nuovi tralicci, vecchia guerra: Ucraina verso l’inverno senza corrente
Guerra ucraina Kiev al lavoro (passando per la Moldavia) per riparare la rete elettrica bombardata. Pioggia di droni ucraini sul territorio russo fino a Mosca, e viceversa
Guerra ucraina Kiev al lavoro (passando per la Moldavia) per riparare la rete elettrica bombardata. Pioggia di droni ucraini sul territorio russo fino a Mosca, e viceversa
Ai margini della statale che arriva alla frontiera moldava alcuni operai posano lastroni di cemento. Ruspe e camion sono al lavoro poco più in là per preparare il terreno. Si montano finalmente i nuovi tralicci d’acciaio che serviranno a portare le linee dell’alta tensione dalla Moldavia (e quindi dall’Ue) al territorio ucraino. Dall’altro lato della carreggiata resistono i vecchi pali di legno a tridente come quelli di Willy il coyote, gli stessi che in Donbass pendono sulle strade nei pressi del fronte.
«LA SOSTENIBILITÀ energetica è una delle nostre principali sfide per l’autunno e l’inverno di quest’anno. Questo inverno non sarà meno difficile, forse sarà il più difficile», ha detto ieri il premier ucraino Denys Shmigal, non ancora costretto a dimettersi come Kuleba ma, secondo diverse indiscrezioni, in odore di epurazione anche lui.
«L’Ucraina – ha aggiunto Shmigal – lavora per rafforzare la sua indipendenza energetica e l’autonomia delle sue infrastrutture critiche e di produzione del gas. L’inverno scorso lo abbiamo superato da soli, senza l’aiuto dei nostri partner e senza acquistare ulteriore gas dall’estero». Ma l’anno scorso c’era più disponibilità di corrente. I bombardamenti russi degli ultimi mesi hanno devastato ancora di più la già precaria rete energetica ucraina e correre ai ripari sembra impossibile. Per questo si tenta di accelerare sulla creazione di una connessione con la rete moldava.
La misura, annunciata da un anno ma mai portata a termine, potrebbe far risparmiare miliardi di euro ai sostenitori di Kiev che così potrebbero immettere direttamente i kw necessari nella rete senza dover prestare ai vari operatori energetici (Ukrenergo e Dtek in primis) i miliardi per riparare i danni e sostituire i pezzi danneggiati.
Ma è un’operazione monumentale che richiede tempo, infrastrutture e investimenti. Odessa e le città vicine del sud, tuttavia, avrebbero il vantaggio di essere le prime a trarre vantaggio dalle nuove connessioni. Sempre se i russi non decideranno di bombardare anche questi che per ora sono solo scheletri di metallo.
SOLO IERI le forze di Mosca hanno colpito infrastrutture energetiche in otto regioni ucraine, da Donetk a Mykolayiv, coprendo quasi l’intera ampiezza del Paese. Nell’oblast centrale di Dnipropetrovsk il raid su una sottostazione elettrica ha provocato interruzioni anche nella circolazione dei treni, a Sumy le bombe hanno causato un black out di ore.
Stessa situazione a Kharkiv, Poltava e Cherihiv. Ieri la Commissione europea ha annunciato che sono stati stanziati 40 milioni di euro supplementari per aiutare l’Ucraina a ricostruire le infrastrutture energetiche. «Sistemi di riscaldamento e rifugi per l’inverno», ha scritto la presidente Ursula Von der Leyen sul proprio profilo Twitter.
Sul campo i russi continuano ad avanzare e ieri il ministero della difesa di Mosca ha annunciato la conquista di altri quattro villaggi in direzione di Pokrovsk, tra cui Krasnogorivka. Pokrovsk stessa è stata bombardata e quasi 28mila famiglie sono rimaste senza gas a causa dell’esplosione di una centrale di distribuzione. Anche Kiev è stata presa di mira da uno sciame di droni kamikaze ma, secondo l’aeronautica ucraina, tutti i velivoli sono stati neutralizzati in aria.
Non è stato altrettanto indolore il bombardamento ucraino del territorio russo che stavolta ha preso di mira anche Mosca. 144 droni abbattuti, secondo il Cremlino, voli sospesi in tre aeroporti della capitale e due morti, una donna di 46 anni e un bambino, stando alle dichiarazioni del governatore locale Andrey Vorobyov.
OLTRE alle solite accuse di «terrorismo» alla controparte, il portavoce del Cremlino Peskov ha annunciato in pompa magna che «sono stati forniti i piani per cacciare i soldati ucraini dal Kursk», come se bastassero delle istruzioni per rimediare a una sconfitta e a una figuraccia in mondovisione.
Volodymyr Zelensky intanto insiste con la sua strategia politica. Piano di pace da mostrare a Biden-Harris e poi a Trump e convocazione di una nuova conferenza di pace (l’ha ribadito anche ieri) dove invitare la Russia sulla base di garanzie preventive ricevute da Washington.
Ma l’amministrazione Usa non si è mostrata troppo entusiasta dell’alleato ultimamente e la risalita di Trump nei sondaggi preoccupa il governo di Kiev che sta tentando in tutti i modi di trovare delle contromisure nel breve termine. Ma novembre è vicino e l’inverno è alle porte: la mannaia del tempo incombe sempre più minacciosa.
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