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Naufragio di Cutro, presunto scafista condannato a 20 anni di carcere

Naufragio di Cutro, presunto scafista condannato a 20 anni di carcereOmaggio alle vittime del naufragio di Cutro – Ronny Gasbarri / Lapresse

Relitto di Stato L'unico indagato che aveva chiesto il rito abbreviato. Tre milioni di risarcimenti alle famiglie, respinta l’analoga richiesta di Palazzo Chigi

Pubblicato 10 mesi faEdizione del 8 febbraio 2024

La giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Crotone Elisa Marchetto ha condannato a 20 anni di carcere e 3 milioni di euro di multa Gun Ufuk. Il 29enne turco era stato l’unico tra i quattro presunti scafisti accusati del naufragio di Cutro a chiedere il processo con rito abbreviato (un quinto indiziato è annegato nel tragico evento). L’uomo è stato riconosciuto colpevole di tutti i reati di cui era stato accusato: favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio colposo, morte come conseguenza di altro delitto.

Il giudice ha quindi accolto in toto la tesi della procura di Crotone secondo la quale Ufuk aveva partecipato all’organizzazione del viaggio «tanto che lui era su una barca che doveva partire successivamente e va a sostituire quella in avaria». Il pm Pasquale Festa ha sottolineato che sono state 18 le persone che hanno puntato il dito contro il cittadino turco, concordando sul fatto che fosse il conducente del caicco Summer Love andato a sbattere davanti alle coste crotonesi di Steccato di Cutro all’alba del 26 febbraio 2023. Le vittime accertate furono 96, di cui oltre 30 minorenni, mentre ancora oggi restano una decina di dispersi mai ritrovati.

Nel corso dell’interrogatorio che ha preceduto la requisitoria del pubblico ministero l’imputato ha dichiarato di essersi solo prestato a fare il meccanico della barca perché non aveva soldi per pagare la traversata dalla Turchia all’Italia. «Non ho mai guidato il mezzo. Mi dispiace tanto per il dolore causato ai familiari delle persone morte», ha detto.

Il giudice ha stabilito i rimborsi per le parti civili costituite dai familiari delle vittime, ma ha respinto l’analoga richiesta avanzata da Palazzo Chigi. La presidenza del Consiglio chiedeva un milione di euro per danni d’immagine.

Salvatore Falcone, avvocato di Ufuk, ha detto che il suo assistito «è un capro espiatorio di chi doveva intervenire. Se al momento del naufragio ci fosse stata una qualsiasi unità di soccorso non ci sarebbero stati tutti quei morti». Anche per questo il legale ha criticato duramente la richiesta di risarcimento presentata dal governo e annunciato che ricorrerà.

I ritardi nei soccorsi sono oggetto di un’inchiesta parallela condotta sempre dalla procura di Crotone. In questo secondo filone, gli indagati sono sei: tre coperti da omissis e tre finanzieri in servizio a Vibo Valentia, Taranto e Crotone. La conclusione delle indagini è attesa nei prossimi mesi.

Intanto davanti al tribunale calabrese il processo agli altri tre presunti scafisti riprenderà martedì prossimo, il 13 febbraio.

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