Napoli, giovane maliano ferito a colpi di fucile da caccia
Pulizia etnica Mercoledì notte in Corso Umberto Bouyagui Konate è stato affiancato da un'auto dalla quale sono partiti gli spari. «Sono spaventato. Una persona che scappa dalla guerra non può vivere nella paura»
Pulizia etnica Mercoledì notte in Corso Umberto Bouyagui Konate è stato affiancato da un'auto dalla quale sono partiti gli spari. «Sono spaventato. Una persona che scappa dalla guerra non può vivere nella paura»
Bouyagui Konate, un ragazzo di 22 anni del Mali, mercoledì sera intorno a mezzanotte stava tornando a casa dopo aver terminato il lavoro. In corso Umberto, nel centro storico di Napoli, un’auto si è avvicinata, dal finestrino è spuntata la canna di un fucile. Bouyagui è stato colpito all’addome e al braccio da pallini da caccia: «Ho visto il sangue, sono scappato a casa e poi ho deciso di andare all’ospedale perché stavo male, i sanitari hanno giudicato le ferite guaribili in dieci giorni. Ieri mattina sono andato in commissariato per fare la denuncia. Sono spaventato. Una persona che scappa dalla guerra, che riesce a integrarsi, fa un lavoro normale non può vivere nella paura».
Nei sui quattro anni in Italia è la prima volta che Bouyagui avverte un clima ostile. È stato ospite dello Sprar gestito dalla Less, ha seguito corsi di cucina, ha un regolare permesso di soggiorno e fa lo chef: con altri rifugiati e richiedenti asilo ha aperto a Chiaia il ristorante multietnico Kikana, a febbraio aveva partecipato al talent show Masterchef, preparando dei piatti da far replicare ai concorrenti. Nel tempo libero dà una mano allo sportello migranti dell’Ex Opg Je so’ pazzo.
Oggi pomeriggio davanti alla prefettura di Napoli ci sarà un presidio convocato da Less e dall’assessorato alle Politiche sociali del Comune: «Dalle parole d’odio sui social si sta passando brutalmente ai fatti» scrivono gli organizzatori. «Camminavo tranquillamente – racconta Bouyagui -. Hanno rallentato e mi hanno sparato senza dire una parola. Ho sentito che ridevano. Per me è un episodio di razzismo. Spesso sono gli adolescenti a dire cose negative. Ma quelli avranno avuto 30 anni. Abbiamo paura di uscire di casa anche se Napoli resta sempre una città accogliente. La colpa è anche del clima d’odio verso le persone di colore che si è instaurato con la campana elettorale. Matteo Salvini ha fatto una campagna sull’immigrazione. Deve smetterla di lanciare messaggi d’odio».
È il secondo episodio in Campania. La sera dell’11 giugno a Caserta era successo a Daby e Sekou, due maliani che stavano tornando a casa. Una Panda con tre ragazzi a bordo li ha affiancati: hanno urlato «Salvini, Salvini» mentre esplodevano due colpi con una pistola ad aria compressa, Daby è stato ferito al torace.
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