I cinquecento rider della piattaforma di consegna di cibo a domicilio Mymenu lavoreranno con il contratto della logistica a Milano, Brescia, Padova, Verona, Bologna, Modena. L’azienda di proprietà del gruppo Pellegrini ha raggiunto ieri un accordo con i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti. Si parla di lavoro subordinato, a tempo indeterminato, come strumento di regolazione principale per il lavoro dei rider nell’ambito di un contratto nazionale che è stato ritenuto più vicino alla tipologia di attività svolta dai ciclofattorini che di solito sono invece considerati dalle aziende food tech come «collaboratori». Il nodo non è stato mai risolto del tutto a livello legislativo. Innumerevoli sono state le polemiche contro il contratto Assodelivery-Ugl ribattezzato «contratto pirata», mentre si prosegue sulla strada degli accordi aziendali.

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«Ai rider – sostiene Michele De Rose, segretario nazionale di Filt Cgil – saranno garantiti la tredicesima, la quattordicesima, il Tfr, l’indennità per malattia e infortunio, ferie, permessi, maternità ma anche una retribuzione mensilizzata certa, un premio di risultato, la bilateralità contrattuale. Così si supera il lavoro a cottimo».

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Ci sarà una retribuzione oraria minima base, versata anche nei casi di assenza di ordini da consegnare, pari a circa 9,50 euro lordi. Quanto previsto dal contratto della Logistica, rinnovato nel maggio 2021. A questa cifra sarà aggiunta una retribuzione variabile dopo la consegna. Mymenu sosterrà i contributi a Inail e Inps, un’assicurazione aggiuntiva sugli infortuni. Si parla di maggiorazioni in caso di maltempo oltre che l’impegno a sospendere il servizio, in casi di nevicata ad esempio.

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Ci sarà una prima fase in cui i rider potranno scegliere il rapporto di lavoro dipendente. Dopo due anni tutte le regole previste andranno finalmente a regime. A chi da gennaio 2022 ha avuto un rapporto di lavoro autonomo, occasionale o parasubordinato sarà garantito il diritto di precedenza rispetto ad altre assunzioni.