Lavoro

Sindacaliste a casa, sciopero a Biancoforno

Sindacaliste a casa, sciopero a BiancofornoLa Flai Cgil di Biancoforno

Padroni delle ferriere Si ferma per l'intera giornata l'azienda dolciaria di Fornacette, dopo il benservito a quattro dipendenti interinali, fra cui due delegate sindacali, che lavoravano da quasi cinque anni in fabbrica. Flai e Nidil di Pisa sulle barricate: "La mobilitazione è solo all'inizio, valuteremo se andare anche alle vie legali"

Pubblicato 3 mesi faEdizione del 10 agosto 2024

Si è di nuovo scioperato alla Biancoforno di Fornacette, per l’intera giornata, in risposta al benservito a quattro dipendenti interinali, di cui – guarda caso – due delegate sindacali. Donne che lavoravano in azienda da quasi cinque anni, con contratto in staff leasing, a cui di punto in bianco i fratelli Lami hanno deciso di fare a meno.

“Loro non ci hanno dato alcuna spiegazione, abbiamo solo ricevuto una nota dalla nostra agenzia”, spiega Ledi Reka, che è anche rappresentante sindacale. Ledi non se ne capacita: “Abbiamo solo chiesto di sapere con anticipo i nostri turni perché dobbiamo gestire la nostra vita, le nostre famiglie. Non abbiamo preteso la luna, solo di conoscere gli orari di lavoro con un minimo di anticipo. Questo lavoro ci piace e lo svolgiamo al meglio, ma non possiamo mettere la testa sotto la sabbia. Noi vogliamo che l’azienda prosperi, vorremmo essere in 300 e non 197. Ma lo straordinario deve essere chiesto con il giusto preavviso. E averlo fatto notare non è un motivo per essere cacciate dopo tanti anni di servizio”.

Nel mentre, all’azienda di prodotti dolciari destinati alla grande distribuzione si continuano a chiedere con insistenza gli straordinari, e fra i quasi 200 addetti ce ne sono da tempo alcuni con contratti a termine, rinnovati di settimana in settimana. “Siamo di fronte all’utilizzo indiscriminato di leggi di per sé vergognose – denunciano Flai e Nidil Cgil di Pisa – leggi che consentono alle aziende di utilizzare i lavoratori come merce, da buttare quando danno fastidio, e che costringono a lavorare anche per anni senza mai poter diventare dipendenti diretti”.

“La Biancoforno – spiegano ancora Flai e Nidil – approfittando della chiusura feriale ha pensato bene di sbarazzarsi di alcune lavoratrici che non si sono ‘prestate’ a certe pratiche aziendali, due delle quali iscritte alla Cgil fra cui una delegata sindacale. Valuteremo se ci sono le possibilità di andare alle vie legali. Comunque, durante le iniziative e le manifestazioni fatte nei mesi scorsi, abbiamo detto a più riprese che per noi i lavoratori sono tutti uguali, a prescindere dal contratto di lavoro applicato; e che il nostro impegno era e resta quello di stare al loro fianco. Non arretreremo di un millimetro. Anzi saremo costretti, se nulla cambia, ad alzare ulteriormente lo scontro”.

Il segretario dem toscano, il deputato Emiliano Fossi, si sente preso per i fondelli: “La settimana scorsa la ministra del lavoro, rispondendo alla Camera a una mia interrogazione, ha promesso di intervenire per verificare il rispetto dello Statuto dei lavoratori e la salvaguardia dei diritti degli operai alla Biancoforno. Dopo pochi giorni l’azienda licenzia i dipendenti. Di due l’una: o il dicastero non conta niente, o certi imprenditori con questo governo possono permettersi tutto. Ora presenterò una nuova interrogazione parlamentare”.

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