Ancora bombe su Mykolayiv e ancora degli ospedali colpiti mentre il fronte sud continua a infiammarsi. Nella città che dalla presa di Kherson è stata indicata come il bastione a difesa di Odessa, ieri mattina i bombardamenti hanno colpito diverse aree del centro e delle zone limitrofe.

COME SE NON BASTASSE, i reporter presenti sul posto parlano di almeno tre navi da guerra al largo di Novo Dovinivka con le prue rivolte proprio verso il capoluogo regionale. Forse per questo il sindaco di Mykolayiv, Alexander Senkevich, ha fatto sapere che si stanno predisponendo dei pullman per i civili che vogliono evacuare la città. Come a Mariupol, l’iniziativa è volta soprattutto alle donne con i figli al seguito in quanto si sta cercando di mobilitare il più possibile gli uomini in età abile per ingrossare le fila delle forze difensive.

Ma gli abitanti della città non hanno atteso le decisioni dell’amministrazione locale per raccogliere pochi averi e tentare di mettersi al riparo. Fina dalla mattina, infatti, una lunga coda di auto in uscita ha ingolfato i check-point alle porte occidentali della città, mentre dall’altro lato si vedevano principalmente autobus vuoti e mezzi militari.

ALLE POMPE DI BENZINA si sono registrati diversi momenti di tensione generati dal razionamento del carburante, particolare non da poco se si considera che uno degli obiettivi fondamentali degli attacchi russi in questi giorni è stato orientato proprio alle riserve militari nella zona. Le ulteriori raccomandazioni di Sankevich, del resto, non sono state più rassicuranti. Il primo cittadino ha invitato a evitare ogni uscita non necessaria, ricordando che, nonostante le belle giornate e le temperature in aumento, i bombardamenti sono stati condotti più volte in pieno giorno e quindi il rischio è alto. Inoltre, ha anche esortato a non chiudere a chiave le porte di casa durante la notte, perché questo complicherebbe le operazioni per un’evacuazione di emergenza, qualora necessario.

IL MOTIVO di questa grande apprensione è dato dai numeri degli ultimi due giorni. Nel distretto di Korabelniy Ship, dove, secondo il comunicato dell’amministrazione locale «Non c’è una sola struttura militare, nemmeno una sola fabbrica, per non parlare di depositi di carburante o altro. Solo zone residenziali» una persona sarebbe morta, cinque sarebbero ferite e due in gravi condizioni. Le conseguenze dell’ultimo bombardamento, invece, sarebbero più gravi: si parla di altri dieci morti e di 46 ferite. Inoltre sono stati colpiti anche un ospedale cittadino, un ospedale regionale, un centro per le malattie preventive, un orfanotrofio e circa una decina di istituti scolastici.

SECONDO ALCUNI REPORTER presenti sul posto, il bombardamento delle strutture sanitarie del centro potrebbe essere frutto di un errore di valutazione in quanto si riporta che a brevissima distanza erano presenti delle caserme, probabile obiettivo dell’artiglieria di Mosca. L’ultima notizia che ci arriva da Mykolayiv, confermata da alcuni giornalisti presenti in loco e già riportata tre settimane fa, riguarda l’uso di bombe a grappolo.

IN MOLTI PICCOLI CRATERI tra muri crivellati da detriti metallici sarebbero stati rinvenuti i tipici frammenti esplosi da questi ordigni a frammentazione e alcuni riportano anche il ritrovamento delle tipiche fascette viola che tengono l’ordigno al piccolo paracadute che gli permette di detonare a circa un metro dal suolo per colpire ad altezza uomo.

Dall’altra parte del Paese, alla frontiera orientale, anche il governatore della regione di Luhansk, Serhiy Haidai, ha esortato i residenti a rimanere in casa, tuttavia, la paura dei bombardamenti in questo caso non c’entra. In seguito a un ordigno caduto su un grande serbatoio contenente acido nitrico, Haidai ha raccomandato di chiudere porte e finestre e preparare maschere per il viso da bagnare con acqua per evitare l’inalazione del pericoloso acido. L’incidente sarebbe frutto, secondo la ricostruzione su un canale Telegram fatta dallo stesso Haidi in mattinata, di un duro scontro tra i due eserciti nei pressi della città di Rubizhne, mentre i russi tentavano un avanzamento. I portavoce di Mosca non hanno rilasciato dichiarazioni in merito, quindi al momento risulta difficile verificare i fatti.

PIÙ A SUD, nel porto di Mariupol, una nave civile sta affondando dopo aver ricevuto, secondo quanto affermato dal ministero dell’interno di Kiev, un «bombardamento dal mare» da parte delle forze russe.
Gli ordigni avrebbero causato un incendio nella sala macchine ma l’equipaggio sarebbe stato interamente tratto in salvo e sarebbe già a terra. Il ministero ha specificato che la nave batteva bandiera della Repubblica Dominicana e ha pubblicato una foto di una nave da carico. Non ha specificato quante persone erano a bordo o la nazionalità dei membri dell’equipaggio.
Certo, nel contesto di ciò che sta accadendo a Mariupol da settimane quest’evento sembra marginale, ma al momento non si registrano significativi sviluppi sulla terraferma e, data la presenza sempre più ingombrante di navi da guerra lungo la costa del Mar Nero, l’incidente potrebbe anche essere plausibile.

Intanto anche a Kharkiv continuano i bombardamenti e durante la giornata odierna si sono registrate sei nuove morti tra i civili. Secondo il governatore dell’oblast, Oleh Synehubov, la sua regione sarebbe stata colpita da ben 54 attacchi negli ultimi giorni.