Mosca rilascia Brittney Griner dopo 294 giorni di carcere
Il limite ignoto Scambio di prigionieri con gli Usa, la cestista in cambio del contrabbandiere russo Viktor Bout
Il limite ignoto Scambio di prigionieri con gli Usa, la cestista in cambio del contrabbandiere russo Viktor Bout
294 giorni dopo l’inizio della sua detenzione in Russia, la campionessa americana di basket Brittney Griner è stata liberata, in uno scambio di prigionieri con il trafficante d’armi russo Viktor Bout, a sua volta detenuto negli Usa da 10 anni dopo una travagliata estradizione dalla Thailandia.
Il 17 febbraio, durante un controllo all’aeroporto di Mosca, nel bagaglio di Griner era stato trovato dell’olio di cannabis e l’atleta era stata condannata a 9 anni di carcere per possesso e contrabbando di droga, dopo che lei stessa si era dichiarata colpevole, specificando di avere il permesso per usare la cannabis a scopo terapeutico.
CAMPIONESSA delle Phoenix Mercury, Wnba nel 2014 e 2 volte oro olimpico con Team Usa, da mesi Griner era al centro di un’intensa attività diplomatica del governo americano con la controparte russa. Tre settimane fa la pena di Griner era stata intensificata ed era stata trasferita nella colonia penale femminile IK-2 di Yavas in Mordovia, la stessa regione dove è ancora detenuto Paul Whelan, l’ex marine arrestato a Mosca nel dicembre 2018 e condannato a 16 anni per spionaggio.
Di un possibile scambio tra Griner e Bout si era già parlato questa estate, e la Casa bianca aveva chiesto il silenzio stampa, in modo da non compromettere la trattativa. Ieri questo scambio è realmente avvenuto e si è svolto all’aeroporto di Abu Dhabi.
Ad accreditarsi il merito della mediazione sono stati, in una nota congiunta, sia gli Emirati Arabi Uniti che l’Arabia Saudita, sottolineando i buoni rapporti che entrambi i governi riescono a mantenere tanto con gli Usa che con la Federazione Russa. Nella sua dichiarazione però la Casa bianca ha citato solo gli Emirati Arabi Uniti, e Biden si è concentrato più che altro sul dare la notizia.
SU TWITTER il presidente ha scritto di aver sentito Griner al telefono e di attendere il suo ritorno a breve, accompagnando il tweet con una sua foto insieme alla moglie dell’atleta, Cherelle, che in questi mesi si era detta fortemente preoccupata per la salute fisica e mentale della compagna, e aveva più volte dichiarato che la pena inflitta a Brittney era «politica», derivata dalle tensioni tra Russia e Stati Uniti.
«Questo è un giorno per il quale abbiamo lavorato a lungo – ha detto Biden durante la conferenza stampa per l’annuncio del rilascio di Griner – Non abbiamo mai smesso di spingere per la sua liberazione. Ci sono volute trattative scrupolose e intense. Le persone di questo Paese hanno imparato a conoscere la storia di Brittney e so che per tanti di voi è importante sapere che ora lei è di nuovo qui». «Mi aveva scritto ad agosto pregandomi di non dimenticarci di lei. Non lo abbiamo fatto».
«Oggi la mia famiglia è di nuovo al completo – ha aggiunto Cherelle Griner – ma ce ne sono tante altre in attesa di tornare unite». In Russia la madre di Viktor Bout, Raisa Bout, ha invece ringraziato Putin ma si è detta anche grata per «le persone gentili negli Usa» che hanno liberato il figlio: «Non si può dire che siano tutti malvagi».
DURANTE LA CONFERENZA Biden ha sottolineato: «Non ci siamo dimenticati di Paul Whelan. Continueremo a negoziare per il suo rilascio. Lo garantisco ai suoi familiari». Questa negoziazione, però, sembra ancora più complicata: Mosca considera il caso Whelan differente da quello di Griner. Come ha spiegato un membro dell’amministrazione Biden alla Nbc, i russi «stanno trattando Whelan in maniera diversa. Ripetono che è un caso di spionaggio e che la scelta era tra la liberazione di Griner o nessuna».
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