Secondo i Servizi segreti ucraini la centrale atomica di Zaporizhzhia è in pericolo. Le truppe russe, accusa Kiev, stanno per compiere un attentato. Negli ultimi giorni i satelliti e i droni spia hanno catturato immagini di soldati di Mosca in smobilitazione verso l’est mentre ai dipendenti dell’impianto è stato raccomandato di allontanarsene e di biasimare l’Ucraina per qualsiasi incidente. Per tutta risposta il Cremlino ha inviato una comunicazione urgente all’Onu dove accusa a sua volta l’Ucraina.

STAVOLTA, tuttavia, il consueto gioco delle parti in guerra non è derubricabile a semplice propaganda. In primo luogo perché si tratta di un allarme spaventoso che evoca un disastro nucleare. Inoltre perché la memoria dell’attentato alla diga di Nova Kakhovka è ancora troppo fresca per lasciarci sottovalutare tali moniti. Per mesi l’amministrazione ucraina e quella russa si erano rimpallate accuse su chi volesse colpire la diga e poi quando è successo quelle dichiarazioni sono state riutilizzate da entrambe le parti per dimostrare la veridicità degli avvertimenti.

Rispetto alla centrale di Zaporizhzhia, che si trova nella città di Energodar, occupata dall’esercito russo poco dopo l’inizio della guerra, allarmi e sospetti sono all’ordine del giorno da quasi un anno e mezzo. Kiev si professa certa del fatto che la struttura sia minata, anche nella zona ad alto rischio dei reattori, e accusa i nemici di utilizzare il sito come postazione di lancio per l’artiglieria. Mosca ha ripetutamente accusato la controparte di lanciare ordigni contro l’impianto. Tuttavia gli esperti dell’Aiea, guidati da Rafael Grossi, finora sono sempre riusciti a tranquillizzare il mondo. La centrale è in pericolo perché tutto intorno si sta svolgendo una guerra senza esclusione di colpi, ma non si è mai presentato il rischio di una catastrofe imminente, nonostante i moltissimi allarmi sulla fornitura elettrica all’impianto e sul sistema di raffreddamento del materiale radioattivo.

ORA PERÒ l’Ucraina sostiene che la situazione è cambiata. A metà giugno il capo del Gur, l’intelligence militare ucraina, Kyrylo Budanov, ha dichiarato: «Sappiamo per certo che la Russia sta preparando un’azione contro la centrale di Energodar per la quale intende poi incolpare l’Ucraina. Questa volta vi stiamo avvertendo in anticipo, nessuno potrà dire che non sapeva». Il presidente Zelensky aveva poi sottolineato, «le nubi radioattive si spostano a seconda delle condizioni atmosferiche, dei venti, non si può calcolare in anticipo dove colpiranno».

Ieri il Gur ha aggiunto che tre dipendenti della società russa per l’energia atomica Rosatom hanno lasciato la centrale nucleare e che anche i lavoratori ucraini assunti dagli occupanti hanno ricevuto raccomandazioni di «evacuare l’area» entro il 5 luglio. Il resto del personale sarebbe stato incaricato di «incolpare l’Ucraina in caso di emergenza». Inoltre, sempre secondo l’intelligence militare, il numero delle pattuglie militari russe nell’area sta «progressivamente diminuendo».

IL CONTESTO è stato appesantito dalla decisione di Kiev di effettuare esercitazioni d’emergenza proprio nei pressi di Zaporizhzhia. Yuriy Malashko, governatore locale, ha dichiarato che le esercitazioni avevano lo scopo di coordinare la risposta di tutti i servizi a una «situazione di emergenza» nella centrale.

INTANTO l’ambasciatore russo alle Nazioni unite, Vassily Nebenzia, ha fatto sapere di aver inoltrato una comunicazione ufficiale al Consiglio di sicurezza dell’Onu e al Segretario generale Antonio Guterres per assicurare che Mosca «non ha intenzione di far saltare in aria l’impianto» e ha accusato Kiev di biasimare la Russia per creare «una cortina fumogena per nascondere i preparativi per un vero incidente all’impianto».