Mosca avanza verso Pokrovsk. 10 morti fra il Donetsk e Sumy
Il limite ignoto Lavrov: «Sarà facile individuare la location della conferenza di pace quando capiremo i contenuti». Droni russi su Romania e Lettonia
Il limite ignoto Lavrov: «Sarà facile individuare la location della conferenza di pace quando capiremo i contenuti». Droni russi su Romania e Lettonia
«Dobbiamo prima capire di cosa discuteremo», ha detto ieri il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, a un giornalista che gli chiedeva – dopo l’annuncio fatto da Volodymyr Zelensky a Cernobbio sull’esistenza di un piano di pace ucraino – se l’Arabia saudita potrebbe essere una location adatta per un’eventuale conferenza di pace. «Quando vedremo una seria prontezza a difendere quei diritti umani che l’Occidente sbandiera sempre a proposito di ogni argomento, ma non questo – ha detto Lavrov secondo quanto riporta la Tass – sono convinto che potremo agevolmente concordare il luogo e il tempo dell’incontro».
A PROPOSITO della conferenza di pace si era espresso il giorno prima anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz nel corso di un’intervista con la tv pubblica Zdf: «Ci sarà senz’altro un’ulteriore conferenza di pace, e il presidente Zelensky e io siamo d’accordo che la Russia dovrà essere presente», ha detto evocando la conferenza in Svizzera del giugno scorso alla quale Mosca non ha partecipato.
Intanto però due paesi europei – e membri della Nato – Romania e Lettonia, hanno denunciato fra lunedì e domenica l’incursione nei loro spazi aerei di droni russi impegnati in attacchi sul territorio ucraino: i resti di un drone sono stati rinvenuti in un villaggio rumeno sul Danubio, al confine con l’Ucraina. Nel corso degli attacchi degli ultimi due giorni i droni di Mosca hanno fatto due vittime civili a Sumy e tre (tutte donne) nel Donetsk, che si aggiungono alle cinque morti del giorno precedente. Nella regione del Donbass infatti è in corso l’avanzata dell’esercito del Cremlino verso la città di Pokrovsk: domenica Mosca ha annunciato la conquista di un paese a 12 km dall’”obiettivo”, Novohrodivka.
ED ÈD SALITO a 58 il bilancio delle vittime dell’attacco russo di una settimana fa a Poltava, che ha distrutto un’accademia militare e un ospedale lì vicino, proprio mentre si celebravano i funerali delle persone uccise. Ottanta sarebbero invece i militari ucraini uccisi, secondo il ministero della Difesa russo, da un attacco delle truppe di Mosca su una postazione dell’esercito di Kiev nella regione di Kharkiv. Più a sud, a Zaporizhzhia, la centrale nucleare resta chiusa finché continuano i combattimenti nelle aree circostanti, secondo quanto ha dichiarato il direttore generale dell’Aiea Rafael Grossi: «In linea con il consiglio dell’agenzia, nessun reattore verrà riattivato finché il conflitto continua a mettere in pericolo la sicurezza nucleare e quella della centrale». «Le esplosioni, gli attacchi con droni, gli scontri a fuoco, le continue interruzioni dell’alimentazione, aumentano il rischio di un incidente nucleare».
IERI È CONTINUATA inoltre la polemica sul presunto invio di missili balistici a Mosca da parte dell’Iran, riportato dal Wall Street Journal. Teheran – che non ha neanche mai ammesso l’invio dei droni Shahed quotidianamente impiegati dalla Russia contro l’Ucraina – continua a negare: «Rigettiamo con forza le affermazioni sul ruolo dell’Iran nell’esportazione di armi a un paese in guerra». Dal canto suo Mosca, attraverso le parole del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ,si è affrettata a dichiarare che «l’Iran è un nostro partner importante». «Stiamo sviluppando le nostre relazioni economiche e di scambio. La nostra cooperazione e dialogo in tutti i settori possibili».
E ieri, certamente senza colpi di scena, sono stati scrutinati in Russia anche i voti nelle 21 elezioni per il ruolo di governatore e 13 per un posto nell’assemblea legislativa. In tutte le sfife, nel corso della serata, risultavano nettamente in vantaggio i candidati filogovernativi sostenuti da Vladimir Putin.
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