Circa 10 mila litri di acqua consumata per ogni partita di Coppa del Mondo. Lo spreco ambientale è un aspetto sinora sottovalutato, quelle poche voci che si sono alzate negli ultimi tempi sui Mondiali in Qatar – che partono il 20 novembre – hanno riguardato i boicottaggi civili della competizione in Francia, oppure il finto sdegno di sponsor coinvolti ai Mondiali per la sistematica violazione dei diritti umani nel paese sul Golfo Persico e per l’annunciata repressione della voce della comunità lgbt, con 11 anni di carcere per chi esporrà le bandiere arcobaleno sugli spalti.

Ma il problema del consumo fuori controllo dell’acqua è reale come rivela il Guardian, divenuto nei mesi una specie di argine mediatico all’immagine pulita dei Mondiali qatarioti.

Il dispendio così elevato per le partite del torneo mette estremamente in pericolo l’ambiente, poiché nella regione araba l’accesso all’acqua dolce non esiste, così si procederà – è già deciso – al processo di desalinizzazione dei mari, con elevatissimo impatto per l’ambiente marino.

NON CHE GLI ORGANIZZATORI dei Mondiali siano toccati dalla questione e così i munifici sponsor che ora devono solo pensare all’incasso, dopo aver tanto investito sull’evento, ma la desalinizzazione (o dissalazione) potrebbe crescere del 37% in tutta la regione del Golfo Persico, con un costo pesante in termini di combustibili fossili usati (soprattutto petrolio e gas) per determinare il processo, oltre al danno all’ambiente marino.

Insomma, un dato sconfortante, con il Qatar che fa parte dei paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Gulf Cooperation Council, GCC) che sono tra i più alti consumatori di acqua, nonostante la scarsa dote a disposizione.

Ma il problema del consumo fuori controllo dell’acqua è reale come rivela il Guardian, divenuto nei mesi una specie di argine mediatico all’immagine pulita dei Mondiali

Addirittura i vicini di casa degli Emirati consumano in media 500 litri di acqua al giorno a persona, il 50% in più della media mondiale. Inoltre, la desalinizzazione richiede l’impiego di molta energia: l’Arabia Saudita, il più grande produttore, rappresenta un quinto della produzione mondiale, con circa 30 impianti di desalinizzazione che bruciano 300 mila barili di greggio al giorno.

LA QUESTIONE quindi è decisamente più ampia ma di sicuro cade ancor prima del calcio d’inizio l’immagine costruita a tavolino dei Mondiali in Qatar a emissioni zero, quindi senza impatto per l’ecosistema. L

e associazioni ambientali non hanno mai fatto mancare i loro dubbi, sebbene siano stati costruiti degli stabilimenti più moderni, meno impattanti, ma il consumo resta insostenibile e andrà peggio con l’avvio della Coppa del Mondo, tra stadi da irrigare di continuo,  tifosi e turisti che dovranno dissetarsi. Tutto questo presenterà un conto salato, con danni alla barriera corallina e ai micro-organismi acquatici.