Nel 2013, dopo l’uscita di Si alza il vento, Hayao Miyazaki dichiarava in una conferenza stampa il suo ritiro dalle scene, almeno per quel che riguarda i lungometraggi animati. Dopo circa tre anni però, ritornava sui suoi passi, ammettendo che stava lavorando ad un nuovo progetto e nel frattempo aveva anche realizzato il notevole cortometraggio Kemushi no Boro per il Museo Ghibli.

Il nuovo lungometraggio diretto da Hayao Miyazaki, Kimitachi wa do ikuru ka (titolo inglese provvisorio How Do you Live?), uscirà finalmente nell’arcipelago giapponese fra una settimana, il prossimo venerdì 14 luglio. Il periodo, l’estate, è quello che per decenni ha visto debuttare molti dei film prodotti dallo Studio Ghibli, ma ciò che caratterizza questa uscita è la quasi totale mancanza di informazione e dettagli a riguardo.
Alcune settimane fa infatti Toshio Suzuki, produttore storico dello studio, ha dichiarato che per Kimitachi wa do ikiru ka non sarà fatta alcuna promozione, il che significa niente trailer e niente presentazioni televisive, inoltre nessuna immagine del film sarà resa pubblica prima dell’uscita. Ciò che si sa fino a questo momento è che il film è tratto da un libro per ragazzi scritto da Genzaburo Yoshino nel 1937, ma anche qui, sempre secondo le dichiarazioni di Suzuki, sembra che il lungometraggio non sia, come si pensava in un primo momento, un adattamento del romanzo, ma che solamente si ispiri vagamente ad esso. Tutto ciò getta ancora più mistero sul progetto visto che in molte librerie del Sol Levante sono state messe in bella vista da molti mesi sia il volume di Yoshino che la sua trasposizione in manga.
Sembra quasi che l’assenza di promozione – l’unica immagine diffusa è quella del poster, dove si vede un volatile – funzioni in questo caso, almeno nelle intenzioni di Suzuki, quasi come un volano per aumentare l’interesse del pubblico verso il film. Il rischio però esiste e lo stesso Miyazaki si è detto recentemente un po’ preoccupato.

Le nuovissime generazioni ad esempio – vista l’assenza di esposizione televisiva o sui social network che di solito accompagnava le uscite Ghibli, con la colonna sonora che martellava su radio, centri commerciali e un po’ dovunque per mesi prima delle uscite – potrebbero non essere così interessate ad andare al cinema come il produttore giapponese si augura. Questo anche perché negli ultimi anni, come sta succedendo un po’ in tutto il mondo, il modo di rapportarsi alla sala cinematografica è cambiato e non di poco. Il costo dei biglietti è aumentato, molti giovani si sono abituati a vedere film o altre produzioni animate in streaming e solo i grandi franchise come Detective Conan, Doraemon o nomi quali Makoto Shinkai o Mamoru Hosoda, supportati da una promozione battente, hanno saputo riempire le sale.
Allo stesso tempo però, l’anno scorso è stato aperto il nuovo Ghibli Park nella prefettura di Aichi e mostre dedicate allo studio non sono mai state così frequenti come negli ultimi anni qui in Giappone. Un esempio significativo è un’esposizione aperta da poco a Tokyo, che poi circolerà anche in altre zone, dedicata allo Studio Ghibli e al suo connubio con il Friday Roadshow dell’emittente televisiva Nippon Tv. Di solito, da decenni a questa parte, il canale trasmette ogni estate il venerdì sera alcuni dei lungometraggi animati prodotti dallo studio, una sorta di rituale a cui sono affezionati molti telespettatori, anche perché i lavori Ghibli nell’arcipelago non sono disponibili in streaming, ma solamente in Dvd o Blu-ray.

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