Le forze ucraine sono alla controffensiva nel territorio di Kherson, ma quelle russe come minacciato «stabilizzano» la situazione con bombardamenti a tappeto.

SONO STATI IERI ben sette gli attacchi missilistici contro edifici residenziali a Zaporizhzhia – nella regione del sud-est la centrale nucleare è diventata per decreto di Putin russa solo 48 ore fa, mentre l’Aiea ha ribadito ieri la sua appartenenza all’Ucraina – e diversi incendi sono scoppiati in città dopo le esplosioni, ha reso noto il capo dell’amministrazione militare regionale Oleksandr Starukhì.

«Decine di persone sono sotto le macerie. Il numero delle vittime aumenta ogni ora. È così che il terrorista russo colpisce civili e infrastrutture e dimostra al mondo intero la sua sconfitta sul campo di battaglia», accusa il sindaco ucraino in esilio di Melitopol, Ivan Fedorov.

Finora, secondo il bilancio dei soccorritori, ci sono tre uccisi, di cui due donne, sei civili feriti, tra cui una bimba di tre anni.

Nello stesso giorno arriva da Mosca un duro altolà: la creazione di una missione di addestramento militare per l’Ucraina da parte dell’Unione europea «attribuisce all’Ue un ruolo come parte in causa nel conflitto», avverte il ministero degli Esteri russo, citato dalla Tass.

Ieri l’Alto rappresentante per la politica estera europea Josep Borrell aveva dichiarato: «Al prossimo Consiglio Affari Esteri del 17 ottobre, spero che potremo lanciare la nostra missione di addestramento per le forze armate ucraine. Ma restiamo pronti a perseguire una soluzione diplomatica, qualora le circostanze tornino a consentirlo in modo significativo».

Intanto ieri l’Europarlamento ha chiesto alla Commissione europea di «preparare una risposta in caso di attacco nucleare russo». Quale non è dato capire.

Ma è il contenuto della relazione sull’escalation russa in Ucraina approvata dall’Europarlamento con 504 voti a favore, 26 contrari e 36 astensioni. Sinistra e M5S hanno presentato un emendamento che avrebbe impegnato l’Ue a cercare di riaprire i negoziati di pace: è stato bocciato, ma ha diviso il gruppo dei Socialisti e democratici e la delegazione a Bruxelles del Pd.

Nel documento approvato, invece, si chiede un forte aumento dell’assistenza militare all’Ucraina, la condanna dei referendum farsa e delle minacce nucleari di Putin e l’istituzione di un tribunale internazionale ad hoc per i crimini contro l’Ucraina. Ancora un tribunale ad hoc, quando esiste la Corte penale internazionale all’Aja.

NEL FRATTEMPO l’Ue ha approvato l’ottavo pacchetto di sanzioni, che include il tetto al prezzo del petrolio russo ma ne rimanda la definizione pratica a future delibere di Commissione e stati membri.

Sanzionate anche 30 figure vicine al Cremlino, fra cui i musicisti Yulia Chicherina e Nikolay Rastorgueve e la commissione elettorale di Mosca, oltre agli ufficiali filorussi nelle regioni ucraine occupate.

Per la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, gli Usa «hanno recentemente annunciato l’intenzione di inviare un altro lotto di lanciarazzi Himars» all’Ucraina.

«Gli americani sono pronti ad aggiungere altri quattro lanciatori e munizioni per un valore di 625 milioni di dollari ai 16 sistemi forniti in precedenza. Immaginate il potere dell’odio che hanno nei nostri confronti», ha osservato.

TUTTAVIA resta oggetto di riflessione e reazioni la rivelazione del New York Times che dietro l’omicidio di Darya Dugina ci sia l’Ucraina. Secondo l’intelligence americana la figlia del filosofo ultranazionalista russo Alexander Dugin uccisa ad agosto in un attentato – di cui probabilmente doveva essere vittima lo stesso Dugin – c’è il governo di Kiev.

Lo hanno rivelato fonti informate al Nyt precisando che gli Usa «non hanno preso parte all’attacco, né fornendo informazioni né altre forme di assistenza». I funzionari riferiscono anche che i servizi Usa non erano a conoscenza dell’operazione e si sarebbero opposti se fossero stati consultati.

Ma non hanno rivelato quali elementi del governo ucraino siano i mandanti dell’omicidio, o se il presidente Zelensky fosse al corrente. Dugin da mesi esorta Mosca a intensificare la guerra.

INTERPELLATO dal quotidiano Usa il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak, ha ribadito che il governo di Kiev non è coinvolto nell’attentato: «Dugina non è un obiettivo né tattico né strategico per l’Ucraina».

È comunque una notizia, finora non smentita dalla Casa bianca, che mostra, insieme alla presa di distanza, la preoccupazione Usa sulle operazioni coperte in territorio russo, non più di difesa del territorio ucraino, che possono aprire una spirale incontrollabile della guerra già così devastante. Ester Nemo