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Minsk, l’avamposto militare di Mosca dove i pacifisti sono tutti «terroristi»

Alexander Lukashenko, foto ApAlexander Lukashenko – foto ap

Crisi Ucraina Il capo dei Wagner riappare nel luogo che fu l’armeria dell’Urss. Per certi versi lo è ancora

Pubblicato circa un anno faEdizione del 28 giugno 2023

Con le sue armi e i suoi soldi Prigozhin ora è in Bielorussia, uno dei paesi più militarizzati del continente europeo, un vero e proprio stato di polizia, una dittatura che ha instaurato la pena di morte per i soldati “traditori e disertori” e promuove l’addestramento militare per i bambini dai 6 anni in su; e poi c’è il concreto rischio che proprio dalla Bielorussia, paese fedele alleato della Russia, si apra un secondo fronte di invasione verso l’Ucraina.

I PACIFISTI BIELORUSSI, che tra mille difficoltà e con grandissimi rischi personali, stanno conducendo una campagna di informazione per rompere il muro di silenzio che copre quanto sta avvenendo in quel paese, chiedono di far sapere la verità, di diffondere le notizie, di non lasciarli soli, stretti nel mortale triangolo Putin, Lukashenko, Prigozhin.

Our House è una delle principali organizzazioni dell’opposizione democratica, civile e nonviolenta al regime di Minsk. Fondata nel 2002 a Vitebsk come fanzine autoprodotta, si è poi trasformata in una campagna per i diritti civili che ora agisce dall’esilio; nel 2014 è stata registrata in Lituania con il nome di Centro internazionale per le iniziative civili. Perseguitata in patria, arrestata e torturata, Olga Karach, la pasionaria nonviolenta fondatrice di Our House, ora vive a Vilnius: «Lukashenko ha paura di me. Io sono un’attivista per la pace e i diritti umani, una femminista, ma nel mio paese sono considerata una terrorista e un’estremista di alto livello. Se tornassi adesso rischierei la condanna a morte». Karach è una testimone della Campagna di Obiezione alla guerra.

GLI ATTIVISTI DI OUR HOUSE ritengono che l’addestramento militare dei bambini sia una strategia a lungo termine per la prossima fase della guerra e hanno lanciato un campagna contro la militarizzazione dei minori in Bielorussia, perché tra 3-5 anni sarà troppo tardi per fare qualcosa: crescerà un esercito deviato con giovani preparati professionalmente che sanno usare le armi da fuoco, ossessionati dall’ideologia del “mondo russo”, giovani senza legami sociali e senza famiglia ma fanatizzati dal desiderio di salvare la Bielorussia dalla “Gayropa” (combinazione delle parole “gay” ed “Europa” usata dalla propaganda).

Il distretto militare bielorusso era il meglio armato dell’Urss. Di conseguenza, nel corso di mezzo secolo, in Bielorussia sono stati costruiti molte basi militari per lo stoccaggio, piene di armi a non finire. Salito al potere, Lukashenko si è reso subito conto che si potevano fare molti soldi svendendo le vecchie armi sovietiche. Gran parte di queste armi sono state fornite a Paesi instabili, a vari regimi islamici o sono finite nelle mani di terroristi.

L’ESPORTAZIONE DI ARMI, munizioni ed equipaggiamento militare dalla Bielorussia tra il 1999 e il 2006, dati ufficiali, ammontava a circa 1 miliardo di dollari. Secondo il Sipri, nel periodo 2018-2022 la Bielorussia è stata tra i primi venti paesi esportatori di armi al mondo.
Beltech Holding, Beltechexport, Technosoyuzproekt, Spetspriborservis, Beltech Optronix, Belvneshpromservice, Minotor-service e Belspetsvneshtekhnika sono nomi di aziende bielorusse che operano sul mercato mondiale delle armi. Ora i principali acquirenti di equipaggiamenti militari bielorussi sono Serbia (33%), Vietnam (25%) e Uganda (14%).

Ma la partita più pericolosa è quella nucleare. Lukashenko ha annunciato che il primo luglio sarà completata la costruzione di un impianto di stoccaggio nucleare, dove Putin ha già trasferito Iskander, il sistema missilistico balistico tattico ipersonico a corto raggio, che può essere un vettore di armi nucleari. Dieci aerei dell’aeronautica bielorussa sono stati riequipaggiati per l’uso di questo tipo di arma.

E ORA? IL MOVIMENTO pacifista bielorusso, come giudica il nuovo scenario?: «Lukashenko ha accresciuto il suo peso politico come negoziatore nella risoluzione della crisi del governo russo. A questo punto – dice Olga Karach – che lui reciti da comparsa o da primo attore, ciò che conta è che la Bielorussia viene ulteriormente trascinata nella sfera d’influenza della Russia, e lo stesso Lukashenko ha rafforzato la sua legittimità interna». I pacifisti bielorussi ora devono contrastare la cultura militare e criminale della coppia di potere Lukashenko – Prigozhin.

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