Mimmo Lucano: «Ho sempre avuto fiducia, ma oggi splende la luce»
Intervista Il telefono resta spento per tutto il giorno se non per i suoi legali, Pisapia e Daqua. Che alle 17.30 gli hanno comunicato la lieta novella. E Lucano è qui a Riace, commosso e provato. Nella piazzetta del Villaggio Globale risponde alle domande del manifesto
Intervista Il telefono resta spento per tutto il giorno se non per i suoi legali, Pisapia e Daqua. Che alle 17.30 gli hanno comunicato la lieta novella. E Lucano è qui a Riace, commosso e provato. Nella piazzetta del Villaggio Globale risponde alle domande del manifesto
Cala la notte mentre centinaia di amici, fedelissimi, attivisti si riversano a Riace per abbracciare il loro “sindaco”. Molti vengono direttamente da Reggio Calabria. Si rivedranno tutti qui domenica 29 ottobre per festeggiare in una manifestazione nazionale.
Mimmo Lucano ha atteso in silenzio nel suo borgo il verdetto di appello, circondato dall’affetto dei migranti che popolano tuttora Riace. Sono i «poveri cristi» (il copyright è di Vinicio Capossela che ha dedicato a Riace l’omonimo pezzo) che gli sono stati sempre vicini anche nei momenti bui.
Il telefono resta spento per tutto il giorno se non per i suoi legali, Pisapia e Daqua. Che alle 17.30 gli hanno comunicato la lieta novella. E Lucano è qui, commosso e provato. Nella piazzetta del Villaggio Globale risponde alle domande del manifesto.
Allora lei non era un “delinquente”?
Oggi splende una luce nella giustizia italiana. Ho avuto sempre fiducia e rispetto negli organi giudicanti. Anche dopo la sentenza di Locri ho tenuto sempre un atteggiamento rispettoso e non ho mai trasceso con parole e commenti. Avevo detto che non avevo paura del carcere e che in ogni caso avrei rifatto tutto perché mi muove e mi muoveva un ideale immarcescibile. Oggi è una vittoria straordinaria per tutti gli antirazzisti. Di sicuro passare da una condanna a 13 anni a praticamente niente, suona strano. C’è qualcosa che non va. Sono fermamente convinto che sia stato tutto costruito a tavolino. E tutto è partito da qui, da Riace, e poi ha investito il livello nazionale. Ad ogni modo lasciami ringraziare i miei legali e chi mi è stato vicino in questi anni di sofferenza, gli italiani, i francesi, gli europei che si sono attivati in mio favore.
L’umanità e la solidarietà non possono essere dunque imprigionate come ha sostenuto sulle pagine del manifesto Luigi Ferrajoli?
Oggi, almeno oggi, il tentativo di criminalizzazione di migranti subisce una battuta d’arresto. Da Riace in tutti questi anni è affiorato un messaggio pericoloso. L’umanità è pericolosa per il potere. Riace ha dimostrato in modo cristallino che la sinistra è un ideale cristiano di fratellanza e di umanità. La destra tutto il contrario. È questo il mandante della persecuzione nei nostri confronti. Anche se non posso non ricordarmi delle responsabilità politiche di Marco Minniti quando lui era a capo del Viminale.
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