Milano chiede giustizia: «Ora basta morti nel Mediterraneo»
La manifestazione L'indignazione e il lutto dopo la strage di Cutro. Da piazza Oberdan alla Stazione Centrale in corteo per chiedere di cambiare le leggi sull'immigrazione
La manifestazione L'indignazione e il lutto dopo la strage di Cutro. Da piazza Oberdan alla Stazione Centrale in corteo per chiedere di cambiare le leggi sull'immigrazione
Sullo striscione principale hanno scritto: «Verità e Giustizia per il naufragio di Crotone. Basta morti nel Mediterraneo». Quello che doveva essere un presidio con interventi da un palchetto montato sopra al cassone di un camion è diventato un corteo da piazza Oberdan alla stazione Centrale di Milano. Troppo piccola la piazza scelta per questa iniziativa, nata in pochi giorni e cresciuta col passaparola e l’adesione di oltre cento associazioni. Lanciata dopo l’ennesima strage del mare, questa volta sulle coste italiane. «Le responsabilità di quanto accaduto sono chiare. Non si è trattato di un evento inevitabile» hanno detto dalla piazza.
Il ministro più citato è stato quello dell’Interno, Matteo Piantedosi, e le sue ignobili parole: «Non dovevano partire». È stata una manifestazione di movimento e gente comune, nata da quelle Ong che il governo non vorrebbe più vedere in mare. Qualche politico milanese di centro sinistra si è visto, ma nessuno ci ha messo il cappello sopra. Età media 40-50 anni, con qualche giovane. «Noi abbiamo 23 e 24 anni, studiamo relazioni internazionali» raccontano un ragazzo e una ragazza. «All’università non ci sono corsi sull’accoglienza, sul soccorso, sulle politiche migratorie. Forse dovrebbero esserci almeno in un corso di laurea come il nostro» dicono. «Siamo venuti qui senza far parte di alcuna associazione, le immagini arrivate da Cutro e la reazione del governo italiano dovrebbero indignare tutti a prescindere dal proprio attivismo». Una signora, insegnante in un doposcuola per stranieri, dice che «è ora di costruire corridoi umanitari. 25 mila morti nel Mediterraneo in dieci anni non sono bastati?». Si rammarica di vedere in piazza pochi stranieri. «Anche oggi sono pochissimi qui, non sono abituati a fare manifestazioni in Italia e credo che alcuni abbiano anche paura ad esporsi. Forse con le seconde generazioni più giovani cambierà qualcosa» dice. Leon Blanchard della Ong Mediterranea è stato tra i più attivi organizzatori di questo appuntamento. «Quella di Crotone è stata una strage con responsabilità chiare, non dobbiamo dimenticarcelo. Questa mobilitazione deve servire a dare un impulso per cambiare le leggi che regolano le migrazioni, l’accoglienza, il soccorso in mare. Non è stata la prima manifestazione su questi temi, non sarà l’ultima».
C’è già un altro appuntamento in calendario, l’11 marzo prossimo a Crotone «per rispondere all’appello della Calabria Solidale». In piazza c’era anche lo scrittore Antonio Scurati, premio strega con il libro M. Il Figlio del Secolo: «Al di là di quelle che possono essere le convinzioni politiche di ciascuno di noi siamo qui per un impulso umano. Quello che accade nei nostri mari ci interroga e ci mette in discussione nel profondo. Ha a che fare con la nostra appartenenza all’umanità». Ha partecipato alla manifestazione anche l’ex magistrato di Mani Pulite Gherardo Colombo, tra i fondatori della Ong ResQ: «Sappiamo che ne Mediterraneo muoiono tante persone, questa volta è stato più visibile perché è accaduto sulle nostre coste. Dobbiamo farci vedere anche noi affinché queste cose non accadano più».
Aprendo la manifestazione Cecilia Strada, anche lei di ResQ, ha detto che in questi giorni abbiamo visto il peggio e il meglio dell’Italia. Da un lato i politici della maggioranza di destra come Piantedosi, Salvini e Feltri, dall’altro i pescatori di Crotone, le associazioni, le persone che si sono mobilitate per dare soccorso ai vivi e una degna sepoltura ai morti. «O si sta di qua, o si sta di là» ha detto Strada. Le persone che hanno manifestato a Milano lo hanno detto chiaro da che parte stanno.
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