Un giudice federale ha bloccato la nuova norma per i richiedenti asilo voluta dall’amministrazione Biden, e che consente alle autorità di negare l’asilo politico ai migranti che arrivano al confine tra Stati Uniti e Messico senza avere già fatto domanda online, o aver richiesto asilo in un paese che hanno attraversato.

Questa misura è in vigore da maggio, da quando sono scadute le restrizioni sull’asilo conosciute come Titolo 42, una serie di norme sulla difesa della salute pubblica volute da Donald Trump che negli ultimi tre anni hanno consentito agli Stati uniti di cacciare i migranti al confine con il  Messico, per limitare i contagi da coronavirus.
La nuova legge voluta dall’amministrazione Biden aveva fatto scendere la pressione alla frontiera sotto la soglia dei di 100.000 attraversamenti, il minimo da quando Biden è in carica.
Ma l’American Civil Liberties Union e altri  gruppi di difesa dei diritti dei migranti  hanno dichiarato guerra a una norma altrettanto crudele di quella voluta dall’amministrazione repubblicana e hanno citato in giudizio l’amministrazione, in quanto per la legge statunitense non importa come qualcuno sia arrivato negli Stati uniti prima di fare domanda di asilo, ma solo il fatto che chi ne fa richiesta teme per la propria incolumità nel paese di origine.
Le misure volute da Biden infatti, come quelle del Titolo 42 usate nell’era Trump, avevano raccolto la condanna non solo degli attivisti ma anche di molti politici democratici. «Per essere chiari, questa non era la nostra prima preferenza e nemmeno la nostra seconda», aveva ammesso all’epoca un funzionario dell’amministrazione, aggiungendo che sarebbe spettato al Congresso approvare la riforma.
Il giudice distrettuale degli Stati Uniti Jon Tigar del distretto settentrionale della California si è trovato d’accordo con i querelanti, e ha affermato che è «sia sostanzialmente che proceduralmente non valida» perché stabilisce condizioni non votate dal Congresso.  «Non può rimanere in vigore», ha scritto Tigar in un ordine che non avrà efficacia legale prima di due settimane, per dare il tempo necessario per dare all’amministrazione Biden il tempo di presentare ricorso. Il Dipartimento di Giustizia non ha perso tempo, e il ricorso contro questa ordinanza l’ha presentato immediatamente.
«La sentenza è una vittoria», ha affermato l’avvocata dell’Aclu Katrina Eiland, che ha sostenuto il caso in tribunale. Ma, ha aggiunto,  ma ogni giorno in cui  l’amministrazione Biden prolunga la lotta per mantenere questo divieto illegale, «molte persone che fuggono dalle persecuzioni e cercano un posto sicuro per le proprie famiglie sono invece lasciate in grave pericolo» da «politiche crudeli e inefficaci».