Internazionale

Migranti, strage di donne di fronte alla Tunisia: almeno venti vittime

Il naufragio giovedì all'altezza di Sfax Una strage di donne. Dei venti corpi recuperati giovedì dalla Guardia costiera tunisina 19 appartenevano a donne, quattro delle quali incinte. Il gruppo, composto nella maggior parte da subsahariane più […]

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 27 dicembre 2020

Una strage di donne. Dei venti corpi recuperati giovedì dalla Guardia costiera tunisina 19 appartenevano a donne, quattro delle quali incinte. Il gruppo, composto nella maggior parte da subsahariane più tre tunisine, si trovava a bordo di un’imbarcazione con 37 migranti che si è trovato in difficoltà probabilmente a causa delle cattive condizioni di mare al largo della costa di Sfax. La guardia costiera e alcuni pesatori locali sono riusciti a recuperare i venti corpi e a salvare quattro superstiti, mentre non hanno dato alcun esito le ricerche condotte anche ieri nonostante le onde alte e i venti forti dai sub della marina tunisina.

L’inverno no ferma i tentativi di attraversare il mediterraneo. Sempre la Marina militare e la Guardia costiera di Tunisi erano intervenute il 16 dicembre per soccorrere un barcone in difficoltà al largo di Sfax dopo essere salpato dalla coste di Sidi Mansour diretti verso l’Italia. Altri 93 migranti erano invece stati soccorso due giorni prima, anche loro in difficoltà al largo di Sfax.

Anche a causa della forte crisi economica e sociale che la colpisce da mesi, la Tunisia si conferma come il Paese dal quale parte il maggior numero di migranti diretti in Italia, tanto che i tunisini rappresentano quasi il 39 per cento di tutti gli arrivi registrati nel 2020. Lo scorso mese di agosto la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese si è recata a Tunisi dove ha siglato un accordo che consente all’Italia di effettuare un maggior numero di rimpatri (fino all’inizio del mese sono stati 1.800 su un totale di 3.400) in cambio di aiuti economici che, tra l’altro, prevederebbero 11 milioni di euro alla Tunisia da impiegare nel rafforzamento dei sistemi di controllo alle frontiere e per l’addestramento delle forze di sicurezza tunisine. Un’intesa che non ha mancato di sollevare le critiche da parte delle ong tunisine Forum tunisien pour les droits economiques e sociaux (Ftdes) e Avocats sans frontieres (Asf) ma anche dall’Associazione studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), per la poca trasparenza con cui ne è stata data notizia nel Paese nordafricano.

Gli sbarchi intanto sono proseguiti anche a Natale. Cento migranti sono sbarcati a Cala Madonna, a Lampedusa dopo che l’imbarcazione sulla quale viaggiavano si era arenata sulla spiaggia a causa del mare mosso. Altri 102 sono invece arrivati tra Natale e la vigilia a Pantelleria. Sono 12 invece le persone arrivate i Calabria, a Crotone. Viaggiavano a bordo di una imbarcazione a vela avvistata da una motovedetta della Guardia di Finanza a largo di Capocolonna. I migranti, tutti di nazionalità irachena, facevano parte di due nuclei familiari.

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