Europa

Migranti, l’Ue resta fredda sulla proposta di Moavero Milanesi

Migranti, l’Ue resta fredda sulla proposta di Moavero Milanesi

La Germania torna a chiedere un'«alleanza» tra Paesi per smistare i profughi Non sono mancati apprezzamenti per il lavoro svolto ma alla fine i ministri degli Esteri dell’Unione europea hanno detto «no grazie» al piano presentato dal collega italiano Enzo Moavero Milanesi […]

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 16 luglio 2019

Non sono mancati apprezzamenti per il lavoro svolto ma alla fine i ministri degli Esteri dell’Unione europea hanno detto «no grazie» al piano presentato dal collega italiano Enzo Moavero Milanesi per ridurre le partenze di migranti dall’Africa e distribuire in Europa quanti riescono ad attraversare il Mediterraneo. «Un approccio costruttivo e responsabile» ma che purtroppo «non porta risultati immediati», ha chiarito il ministro per gli Affari europei di Berlino Michale Roth, presente anche lui ieri a Bruxelles e convinto che, in un momento in cui i porti sono chiusi e le navi delle ong bloccate in mezzo al mare, a servire sia piuttosto un’«alleanza» tra Paesi pronti a battersi per «un meccanismo vincolante» di ripartizione dei profughi. Di fatto la proposta messa a punto da Berlino e che il ministro degli Esteri Heiko Maas vorrebbe realizzare in tempi stretti, anzi strettissimi, con le capitali che accettano di aderire. Peccato che sia proprio quello che da almeno tre anni, e sotto varie versioni, l’Unione europea tenti di fare senza successo per l’opposizione di un buon numero di Stati membri. A partire dall’Austria e dall’Ungheria alleata di Matteo Salvini.

C’era molta attesa in Italia e a Bruxelles per il piano messo a punto dal titolare della Farnesina, piano che nelle ore che hanno preceduto il vertice di ieri ha raccolto consensi non solo tra i 5 Stelle ma anche a sinistra (insieme a un significativo silenzio della Lega). La proposta di Moavero prevede la creazione nei Paesi di transito di uffici dell’Ue nei quali i migranti possano presentare richiesta di asilo in modo da poter essere poi trasferiti in Europa – in caso di esito positivo della domanda – attraverso un corridoio umanitario, saltando così l’inferno dei trafficanti di uomini e dei barconi. Una volta qui verrebbero poi smistati in «aree franche» da crearsi negli Stati che vorranno aderire al programma. Gli uffici dell’Ue potrebbero anche vagliare le domande di lavoro di chi emigra per motivi economici e per cause ambientali.

Si tratta di idee che, seppure formulate in maniera differente, a Bruxelles sono già circolate in passato senza approdare a nulla. E non lontanissime da quanto proposto ieri dalla Germania che punta invece a creare un gruppo di Paesi che offrano accoglienza ai migranti tratti in salvo in mare senza che sia necessaria ogni volta un’estenuante trattativa sulla pelle di uomini, donne e bambini come accade ora. Niente uffici nei Paesi africani, dunque, cosa che allungherebbe i tempi, ma un accordo, anzi un’«alleanza» tra Stati. Berlino – che dall’inizio dell’anno ha accolto 223 persone – ha dato la propria disponibilità a far parte del gruppo al quale, visto come sono andate le cose con le ultime navi delle ong bloccate, potrebbero far parte anche Francia, Lussemburgo, Spagna e Portogallo.

Va detto che – al di là dell’interesse dimostrato – l’accoglienza verso le due proposte non sembra poi essere stata così calorosa. «Quando sento parlare di corridoi umanitari, meccanismi di ricollocamento e una coalizione di volenterosi occorre stare attenti che la discussione non torni indietro di tre anni», ha commentato il ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg. Più esplicito il collega ungherese Peter Szijjarto che schierandosi dalla parte di Matteo Salvini («o si sta con il ministro dell’Interno italiano o da quella dei trafficanti»), ha nuovamente chiuso la porta in faccia al nostro paese rifiutando qualsiasi ripartizione dei migranti, come proposta da Italia e Germania: «Ho chiarito che l’Ungheria non sosterrà alcuna nuova proposta sulle quote. Questi Paesi stanno giocando col fuoco», ha detto.

La parola passa adesso al vertice dei ministri dell’Interno che si terrà mercoledì e giovedì a Helsinki per «concordare – hanno spiegato fonti della presidenza di turno finlandese – un meccanismo fino alla fine dell’anno per evitare una crisi politica o umanitaria durante l’estate».

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento