Al termine di una travagliata interlocuzione tra le forze di maggioranza che ha causato due rinvii, il governo ha presentato ieri pomeriggio nella commissione Affari costituzionali del Senato due emendamenti al dl Cutro sulla gestione dei flussi migratori. Il primo riguarda l’isola di Lampedusa e la possibilità di aprire nuove strutture di accoglienza governative sul territorio nazionale. Il secondo prevede una procedura accelerata per le richieste di asilo in frontiera.

ANDIAMO CON ORDINE. Al decreto legge è aggiunto l’articolo 5-bis che porta una novità positiva sulla maggiore delle Pelagie. L’esecutivo affitterà una nave dedicata allo svuotamento dell’hotspot di Contrada Imbriacola in cui i picchi di sbarchi creano condizioni di permanenza che la Cedu ha recentemente dichiarato «inumane e degradanti» rispetto a un caso del 2017, ma che da allora sono rimaste sostanzialmente uguali. Solo pochi giorni fa Save The Children ha denunciato, a fronte di oltre 1.500 presenze per una capienza di 400 posti, l’impossibilità di garantire la tutela dei diritti fondamentali degli ospiti e in particolare dei vulnerabili. La nave dovrebbe essere in grado di trasferire fino a 400 migranti al giorno.

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IN CASI ECCEZIONALI la Difesa sarebbe anche pronta a mettere a disposizione unità militari e con lo stato di emergenza dichiarato l’11 aprile sarà possibile avvalersi eventualmente anche di mezzi civili. Per i soccorsi, invece, la guardia costiera ha dislocato dalla Sardegna a Lampedusa un’altra motovedetta.

NELLO STESSO EMENDAMENTO sono poi previste misure che peggioreranno sensibilmente la qualità dell’accoglienza dei migranti e le loro possibilità di integrazione nel nuovo contesto sociale. I richiedenti asilo, come già previsto dai decreti Salvini, saranno esclusi dal Sai (l’ex Sprar, ora Sistema accoglienza e integrazione) e saranno ospitati solo nei Cas governativi (Centri di accoglienza straordinari). Fanno eccezione i vulnerabili, gli afghani arrivati con programmi istituzionali e chi giunge attraverso i corridoi umanitari. Anche gli ucraini continueranno a essere accolti nel Sai, che generalmente offre condizioni di vita e servizi migliori. Si consolida dunque un doppio binario del sistema di accoglienza.

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INOLTRE SARÀ POSSIBILE creare strutture provvisorie, anche grazie alle procedure accelerate consentite dallo stato di emergenza, dove «verranno erogate prestazioni inferiori» a quelle ordinarie. Questo nonostante nel provvedimento sia stimata una presenza media nei centri da parte dei richiedenti asilo maggiore solo del 5% rispetto a quella dello scorso: 2.953 in più dei 51.853 del 2022 (in cui non rientrano titolari di protezione e chi è nel Sai). La dotazione finanziaria complessiva sarà di 855mila euro. L’Italia, tra i maggiori beneficiari del fondo europeo per migrazione e integrazione, chiederà all’Ue nuovi contributi.

L’EMENDAMENTO 7 BIS, invece, introduce una procedura di esame della richiesta di protezione internazionale accelerata e dunque con molte meno garanzie per il migrante. È un indirizzo che viene dall’Unione ed è previsto anche nel Patto immigrazione e asilo della Commissione, sebbene non sia ancora stato approvato. La misura sembra alludere alla possibilità di trattenere il richiedente nel periodo di analisi della domanda. Questa privazione della libertà personale potrebbe avvenire negli hotspot, magari in aree dedicate, o addirittura nei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr). Ovviamente le strutture esistenti non sono sufficienti, ma attraverso la decretazione dell’emergenza sarà possibile aprirne più rapidamente di nuove. Anche il ricorso contro l’eventuale diniego dovrebbe avvenire direttamente in frontiera, cioè negli hotspot, dove l’accesso all’assistenza legale per i migranti sarà estremamente limitato per evidenti ragioni. Senza istanza o se il giudice non concede la sospensiva il richiedente potrà essere rimpatriato (per i paesi con cui l’Italia ha accordi).

I DUE emendamenti governativi, che la commissione voterà la prossima settimana, non riguardano quindi l’attesa stretta sulla protezione speciale, che rischia di creare migliaia e migliaia di nuovi irregolari. La Lega non l’ha spuntata in quella sede, ma si propone di presentare tale modifica in Aula. Il capogruppo del Carroccio a Palazzo Madama Massimiliano Romeo ha annunciato: «La Lega non ritirerà i suoi 21 emendamenti, compresi quelli sulla protezione speciale visto che il governo non ha trattato il tema».