Migranti, il decreto flussi è un flop: solo uno su cinque ce la fa
Immigrazione Presentato il nuovo dossier della rete «ero straniero»: il meccanismo non funziona e crea irregolarità
Immigrazione Presentato il nuovo dossier della rete «ero straniero»: il meccanismo non funziona e crea irregolarità
I cittadini stranieri hanno una sola strada per venire a lavorare in Italia in modo regolare: il decreto flussi. Ma il meccanismo alla base non funziona e la procedura ha una serie di blocchi. I posti disponibili sono inferiori alle domande, solo una piccola parte di chi vince la lotteria dei click day perfeziona la pratica, chi resta bloccato nei meandri della burocrazia non ottiene il permesso per attesa occupazione. Il risultato è che le richieste del mercato del lavoro italiano restano insoddisfatte e migliaia di lavoratori non riescono a entrare in Italia o finiscono nell’irregolarità. Lo mostra il nuovo dossier della rete Ero Straniero presentato ieri al Senato. I «veri numeri del decreto flussi: un sistema che continua a creare irregolarità» affina i dati contenuti in «La lotteria dell’ingresso per lavoro in Italia: i veri numeri del decreto flussi», analisi pubblicata dalle stesse associazioni lo scorso dicembre. Il risultato dei numeri definitivi, ottenuti attraverso accessi civici presso la pubblica amministrazione, è ancora più allarmante.
A marzo 2024 nei click day, le finestre di tempo per presentare le domande di assunzione dei lavoratori stranieri, sono arrivate 690mila richieste a fronte di 151mila posti. Nel dicembre precedente erano state 580mila contro 131mila. Nel resto del 2023, invece, 462mila istanze per 82mila quote disponibili. Ovvero sei a uno, percentuale raddoppiata dall’anno precedente.
Non solo c’è molta più richiesta di lavoratori stranieri rispetto a quelli che il governo autorizza a entrare, ma chi poi vince la lotteria del click day ha grosse difficoltà a concludere la pratica. «Per l’anno 2023 solo il 23,52% delle quote si è trasformato in permessi di soggiorno. Quanto al 2022, il tasso di successo della procedura per l’ingresso rispetto al rapporto contratti/quote disponibili è pari al 35,32%», si legge nello studio. Significa che i contratti effettivamente stipulati sono una piccola parte di quelli possibili a livello teorico. I lavoratori non riescono a entrare in Italia, mentre per molti di quelli che ce la fanno senza poter perfezionare l’iter si apre la strada della clandestinità. Sulle migliaia che non hanno firmato il contratto e ottenuto il titolo di soggiorno per lavoro, infatti, i permessi per attesa occupazione rilasciati tra il 2022 e il 2023 sono stati soltanto 230.
Per questo Ero Straniero torna a chiedere al governo di superare il decreto flussi, che non funziona perché si basa su un presupposto fallace: l’incontro da remoto tra domanda e offerta di lavoro, in cui le persone da un lato e dall’altro dello schema non si conoscono (nella realtà i decreti flussi si risolvono spesso in sanatorie, mascherate, di soggetti già presenti sul territorio, ma questa è un’altra storia).
Tra le possibilità per risolvere il problema Ero Straniero propone: l’introduzione della figura dello sponsor, l’istituzione di un permesso per ricerca lavoro e la possibilità di emersione individuale dalle occupazioni in nero. L’ultimo strumento potrebbe contribuire a ridurre la ricattabilità dei lavoratori stranieri. Anche per questo è fuori dall’orizzonte politico del governo in carica, come di quelli precedenti.
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