«Ho votato per la prima volta nel 1976, e in quell’occasione c’era un solo candidato alla presidenza del Messico, José López Portillo, del Partito rivoluzionario istituzionale (Pri). Stanca delle frodi elettoriali, l’opposizione decise di non presentarsi per evidenziare la farsa» racconta al manifesto Juan Villoro, scrittore e giornalista, editorialista del quotidiano Reforma. Il prossimo primo luglio in Messico si torna a votare per eleggere il presidente della Repubblica. I candidati sono quattro, ma secondo Villoro la situazione è anche peggiore rispetto a 42 anni fa: «È vero che per il mio debutto alle urne non c’erano alternative, ma potevamo sognare...