Internazionale

Messaggio per Vik: «Ci aiuti a costruire un futuro di libertà, quello che volevi tu»

Messaggio per Vik: «Ci aiuti a costruire un futuro di libertà, quello che volevi tu»Vittorio a bordo di una barca dei pescatori di Gaza – Fondazione Vittorio Arrigoni

Gaza Zakarya Bekr, portavoce dei pescatori di Gaza: «Vittorio ha scelto di vivere con noi tutti i problemi e le privazioni di questa terra»

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 15 aprile 2021
Michele Giorgio GERUSALEMME

Gli amici di Vittorio Arrigoni oggi si vedranno a Beit Lahiya, al parco sportivo che sta allestendo il progetto Green Hopes per le comunità di Al Nada, Al Isba and Al Awda. «È stata una scelta obbligata, volevamo riunirci al porto come abbiamo fatto per nove anni ma è chiuso per le misure anti-Covid e abbiamo scelto questo sito che per noi è un simbolo di speranza», ci dice Meri Calvelli, della ong Acs e direttrice del Centro di scambio culturale italo-palestinese inaugurato a Gaza city nel 2011 e che porta il nome di Vittorio. «Verranno tutti lì. Ci saranno le associazioni dei pescatori, delle donne, dei contadini e coloro che ebbero modo di conoscerlo e di apprezzare il suo impegno per Gaza. Non saranno solo discorsi ufficiali, leggeremo anche testi scritti per lui», aggiunge Calvelli che ha spesso collaborato con Vittorio. In questi dieci anni Calvelli ha puntualmente organizzato a Gaza, assieme ai palestinesi, le iniziative del 15 aprile in suo ricordo.

Tra i primi ad arrivare oggi al parco Green Hopes ci sarà senza alcun dubbio Zakaria Bekr, portavoce dei pescatori di Gaza e tra gli amici più stretti di Vittorio. «Mi piaceva, uno in gamba, era sincero e credeva in quello che faceva» ricorda Bekr «Vittorio poteva starsene comodamente in Italia, a godersi una vita serena nel vostro bellissimo paese. Invece ha scelto di stare a Gaza e di vivere assieme a noi tutti i problemi, le guerre, le privazioni di questa terra». Il pescatore usciva spesso in mare con Vittorio. «Lui e altri stranieri» ci spiega «erano arrivati qui a Gaza dal mare (nel 2008, ndr) per rompere il blocco navale israeliano. E per proteggere noi pescatori. Vittorio non esitava ad esporsi quando arrivavano le motovedette (israeliane) nel tentativo di non farle sparare verso le nostre barche. Una volta è stato arrestato in mare». Allo stesso tempo, prosegue, «era una persona molto semplice. Voleva vivere con noi pescatori, condividere la fatica e il relax. Ed è stato ucciso da fanatici che qui a Gaza non riconosciamo. Dopo tutti questi anni non riesco ancora a crederci».

Foto della Fondazione Vittorio Arrigoni

Farah Abu Rjaila, 25 anni, associa il ricordo di Vittorio alle sue azioni per la protezione dei contadini con terre a ridosso del Muro costruito da Israele intorno alla Striscia di Gaza. «I soldati di guardia aprono il fuoco verso quelli che si avvicinano troppo al Muro anche se sono solo degli agricoltori che vanno alle loro coltivazioni» ci dice la giovane palestinese «così Vittorio, come altri stranieri, si posizionava davanti ai contadini sperando che la presenza degli internazionali fermasse il tiro dei militari israeliani. Poche volte andava bene e anche lui ha rischiato più volte di essere colpito». Vittorio passava spesso a far visita agli Abu Rjaila. «Mangiava con noi – ricorda Farah – faceva tante domande sulla nostra situazione e quella di Gaza. Si preoccupava per la sorte dei bambini. Una volta è rimasto per due giorni, ha anche dormito qui. Era parte della famiglia. Quando lo hanno ucciso siamo stati in silenzio per ore, ho pianto tanto per lui».

Dieci anni dopo quel 15 aprile che non sarà mai dimenticato, Meri Calvelli ha un messaggio per Vittorio, suo e dei tanti palestinesi che lo hanno conosciuto. «Vik sei venuto a Gaza pieno di speranze e per aiutare a riscattare quei diritti che purtroppo vengono qui negati. Nessuno te lo aveva chiesto ma la forza di spirito e di amore verso il prossimo spinge a volersi dedicare per denunciare le ingiustizie. Alcuni di noi sono rimasti altri sono andati via ma la tua memoria è sempre qui e ci aiuta a costruire un futuro di libertà. Era quello che volevi tu. Restiamo umani».

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento