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Mercenarismo e «camerati bianchi» con la maglietta

Mercenarismo e «camerati bianchi» con la maglietta

HATECORE Fascismo e mercenarismo: stessi slogan, stessi simboli, stessa filosofia. Stessa spazzatura. Da tempo, su alcuni gruppi Telegram e su Vkontakte (i principali social network in Russia) che sponsorizzano le attività […]

Pubblicato circa 5 ore faEdizione del 8 ottobre 2024

Fascismo e mercenarismo: stessi slogan, stessi simboli, stessa filosofia. Stessa spazzatura. Da tempo, su alcuni gruppi Telegram e su Vkontakte (i principali social network in Russia) che sponsorizzano le attività dei mercenari russi in Africa, viene proposto l’acquistare di merchandising associato. Cappellini con la scritta «Odio tutti», patch in russo e inglese da attaccare su giacche e zaini con il teschio della Wagner e la scritta «Camerata bianco in Africa», libri sulla storia «degli zii» Wagner, magliette nere da uomo con l’Africa sullo sfondo, un mercenario con Ak-47 in mano (le grafiche ricordano dei miti vichinghi, con le navi di legno e il martello di Thor) e la scritta serigrafata, in inglese, «Work&Travel».

Le magliette sono in vendita a 2500 rubli, circa 23 euro, i cappellini a 800 rubli (poco meno di 8 euro), le patch regalate e la promessa è che «possono essere spedite in tutto il mondo».

A produrle è la piccola azienda russa H8core, il cui nome richiama un filone musicale ben preciso: l’hatecore, un sottogenere dell’hardcore punk che promuove ideologie fasciste, se non proprio naziste, e concetti come la supremazia bianca, il nazionalismo e, in alcuni casi, anche il satanismo.

L’hatecore nasce negli Stati Uniti di Reagan e arriva ai giorni nostri grazie al lavoro di band, organizzazioni, etichette discografiche e brand di abbigliamento tra Usa, Germania, Italia, Francia, Scandinavia e Russia, un fenomeno che ha attraversato ampiamente anche la nostra scena musicale, con nomi come ZetaZeroAlfa, Dente di lupo o Massimo Morsello.

Lo shop su Telegram di H8core è tutto incentrato sul mito dell’eroe slavo senza paura e disposto a morire per i propri ideali, con slogan e grafiche che richiamano l’ultradestra più estrema.

Non mancano diversi post celebrativi di stragisti come Payton Gendron (Buffalo, 2022), Stefan Balliet (Halle, 2019) e Anders Breivik (Utoya, 77 morti, era il 2011). I miti di Wagner.

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