Meno ghiaccio al Polo Sud, un alibi in meno per i negazionisti del clima
La ricerca Il ghiaccio del Polo Sud si è ritirato così velocemente da perdere tra il 2014 e il 2017 tutta l’estensione guadagnata nei precedenti trentacinque anni. Queste le conclusioni della climatologa statunitense Claire L. Parkinson della Nasa, pubblicate sull’ultimo numero della rivista "Proceeding of the National Academies of Science"
La ricerca Il ghiaccio del Polo Sud si è ritirato così velocemente da perdere tra il 2014 e il 2017 tutta l’estensione guadagnata nei precedenti trentacinque anni. Queste le conclusioni della climatologa statunitense Claire L. Parkinson della Nasa, pubblicate sull’ultimo numero della rivista "Proceeding of the National Academies of Science"
Uno degli argomenti principali dei negazionisti climatici riguarda il ghiaccio ai poli. Mentre i climatologi lanciano l’allarme sulla scomparsa dei ghiacciai e lo scioglimento del permafrost, i negazionisti hanno puntato il dito sull’estensione dei ghiacci del polo sud. In effetti, mentre al polo nord il ghiaccio sta sparendo, negli ultimi quarant’anni il ghiaccio antartico è spesso aumentato di estensione. E questo bastava, dal punto di vista dei negazionisti, ad accusare di allarmismo i colleghi più preoccupati. In realtà non c’è alcuna contraddizione tra il riscaldamento globale e l’aumento dei ghiacci antartici: tutti i climatologi seri sanno che è impossibile cogliere tendenze generali osservando fenomeni climatici locali. Ma la fake news dei negazionisti attecchisce più rapidamente di un ragionamento complesso.
A CANCELLARE l’ennesimo argomento fallace dei negazionisti ora ci ha pensato il clima stesso: dopo un effettivo trend di crescita durato dal 1979 al 2014, anche il ghiaccio del polo sud si è ritirato. E lo ha fatto così velocemente da perdere tra il 2014 e il 2017 tutta l’estensione guadagnata nei precedenti trentacinque anni. Sono le conclusioni a cui è giunta la climatologa statunitense Claire L. Parkinson della Nasa, che studia i ghiacci polari sin dalla fine degli anni ‘70 e oggi è una glaciologa molto rispettata. Il suo studio basato su decenni di ricerche è pubblicato sull’ultimo numero della rivista Proceeding of the National Academies of Science. Semplificando molto, Parkinson ha diviso le foto satellitari in quadratini di venticinque chilometri di lato e grazie a un algoritmo di analisi dei dati «conta» quanti quadrati sono coperti di ghiaccio, ripetendo l’operazione mese per mese dal 1979 a oggi.
PER LA SUA ANALISI ha diviso l’Antartide in cinque zone diverse, perché le correnti atmosferiche e la diversa temperatura degli oceani possono condurre a comportamenti climatici distinti. Ma unendo i dati locali, Parkinson ha potuto osservare che, in media, dal 2014 ogni anno è «sparita» dal polo sud una superficie di ghiaccio antartico pari a circa due volte e mezza l’Italia. La stessa Parkinson ammette che è difficile prevedere la tendenza dei prossimi anni: il ghiaccio potrebbe tornare a crescere o continuare a calare, perché il clima è un sistema complesso e complicato. Ma i negazionisti, che hanno sempre ignorato questa complessità, da oggi hanno un alibi in meno.
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