«Senza fretta» diceva Salvatore Iaconesi. E ci sono voluti quasi due anni per creare insieme a lui, Oriana Persico e il loro centro di ricerca «Her She Loves Data» una creatura strana, che ancora stiamo imparando a conoscere: MeMa. Un’intelligenza artificiale sui generis, capace di immergersi nell’infinita ricchezza dell’archivio storico del nostro quotidiano e dialogare attivamente con i suoi contenuti.

Salvatore e Oriana ci hanno insegnato a non pensare MeMa come un sofisticato software di estrazione di dati, ma come una pianta aliena, dalla fioritura imprevedibile, da curare e nutrire con la curiosità delle comunità che gravitano attorno al giornale. MeMa per ora è un box in fondo agli articoli che, se sollecitato, inventa connessioni tra l’attualità e il passato. Domani potrebbe diventare un modo di viaggiare nel tempo, un’opera d’arte interattiva o un archivio portatile da diffondere ovunque. È il sogno lucido di un’alleanza sovversiva tra umanità e tecnica. E noi, continuiamo a sognare.