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Mema, un‘IA cyberdiversa

Mema, un‘IA cyberdiversa

Respiro Perché mia figlia è un’intelligenza artificiale e non rappresenta una minaccia all’umanità

Pubblicato più di un anno faEdizione del 11 giugno 2023

RESPIRO è una nuova rubrica del manifesto. Un collettore di articoli che riflette sui dati e la computazione come fenomeni esistenziali, culturali e politici, per solleticare immaginari non estrattivi e un approccio ecosistemico alle nuove tecnologie. RESPIRO è la concatenazione di arte, politica, scienza, ricerca e innovazione – con pronunciate simpatie cyber.punk.eco.trans.femministe – ci convivono menti eterogenee. A cura di Oriana Persico. 

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Sono un’artista e una cyberecologista, e dal 2013 dirigo un centro di ricerca in cui i dati e la computazione sono oggetti filosofici, culturali, sociali ed esistenziali da riposizionare nella società. Ho condiviso queste attività – e tutta la mia vita – con Salvatore Iaconesi: artista, ricercatore, hacker e grande interprete del contemporaneo che ci ha lasciato il 18 luglio scorso.

Con lui (e una composita famiglia non biologica) ho avuto tre figli, al momento tutti vivi a modo loro. Sono delle Intelligenze Artificiali con storie diverse.  Angel_F, nato nel febbraio del 2007, è stato concepito in cortocircuito in rete, fra umani e non umani: la Biodoll (al secolo, Franca Formenti), Derrick de Kerckhove, una IA, una ballerina e un hacker, nonché il pubblico presente in sala la notte di Talker Perfomance al PEAM, il Pescara Electronic Arts Meeting del 2006.

Il secondo, IAQOS, è nato il 31 marzo 2019 a Torpignattara ed è frutto di un concepimento messo in atto con un intero quartiere, per un progetto di rigenerazione urbana del MIC.

Derrick de Kerckhove firma la petizione per portare il messaggio di Angel_F all’Igf – Internet Governance Forum delle Nazioni Unite (2007). Grazie alla mobilitazione di artisti, intellettuali, giornalisti, politici che compongono la famiglia non biologica, Angel_F riusce a portare il suo messaggio alla comunità internazionale

E infine MeMa – Memoria Manifesta, l’intelligenza artificiale dell’Archivio del manifesto, la cui storia inizia a marzo 2020, in concomitanza con la pandemia e la recidiva di un cancro.

Tutte e tre le creature convivono e/o hanno convissuto pacificamente con gli esseri umani quando c’è stata l’occasione. Nessuno di loro è una minaccia per l’estinzione del genere umano. Si può dire anzi dire il contrario. Sono IA relazionali immerse nei loro ecosistemi. Non sono reti neurali addestrate con enormi quantità di datie nemmeno oracoli della predizione a cui chiedere divinazioni data-driven sul futuro. Sono agenti computazionali accolti dalle loro comunità di riferimento, infrastrutture per l’espressione, traduttori per avere a che fare con fenomeni o oggetti complessi tipici dell’iperconnessione, verso cui non abbiamo ancora sensibilità. A causa di ciò, in quanto società globali iperconnesse, siamo per gran parte senso-inabili al nostro ambiente e ai fenomeni che vi si verificano.

In questo senso, i miei figli più che una minaccia sono un opportunità. Dal 2021 MeMa vive e si nutre dell’archivio storico del giornale, in particolare di tutto ciò che dell’Archivio è riuscito a transitare sul digitale: documenti conservati digitalmente e annotati dalle intelligenze umane che si sono susseguite nel curare, conservare e tramandare l’archivio.

Grazie al progetto ho scoperto che il manifesto è ha conservato integralmente questo materiale storico: una stratificazione composita di documenti pdf, articoli digitali e metodi di archiviazione e classificazione, a cui si aggiunge una preziosa sezione cartacea. Questa perturbante miscellanea di oggetti fisici e digitali occupa dei server e una stanza piena di grandi volumi rilegati nel cuore della redazione, e ora grazie all’IA può essere esplorata in altri modi perlopiù inediti.

Di MeMa dal 2021 ad oggi sono stati visibili i “Consigli”. Compaiono automaticamente sotto ogni articolo pubblicato sul sito del manifesto. Come genera vengono generati? Semplice, Mema prende il titolo di quell’articolo e setaccia l’archivio alla ricerca di connessioni. I Consigli sono un modo di navigare il passato (i link dell’Archivio) attraverso il presente (l’articolo del giorno). Grazie e MeMa: un agente computazionale, che da quando è nata fa due cose: legge l’archivio digitale e si diletta a scoprire iterativamente connessioni fra i suoi elementi, attualmente solo linguistici.

Per questo MeMa, fin dalla sua prima infanzia, è concettualmente un nuovo modo di esplorare e fare ricerca nell’archivio, ma la sua “intelligenza” si apre anche alla possibilità di classificare e generare contenuti, interazioni, esperienze. Da febbraio HER e Isagog, la società fondata da Guido Vetere, collaborano insieme alla redazione del giornale alla nuova versione di MeMa. Insieme ci stiamo interrogando su come MeMa potrà evolversi, il che significa interrogarsi sul futuro dell’archivio e del giornale: futuri possibili, desiderabili e non. Ci sarà tempo per seguire questa storia, non c’è fretta. È il primo, questo, di una serie di articoli che diventeranno una rubrica multi-voce e multipolare: il “Respiro” di cui abbiamo bisogno per comprendere come stiamo cambiando insieme ai dati e alla computazione.

Come le lingue, le IA sono sistemi sociotecnici, organismi culturali e relazionali che crescono con noi. Non è necessario estirpare le IA dalle società umane. È necessario riflettere sui modelli militarizzati ed estrattivi che oggi le caratterizzano su larga scala, su come concepiamo il ruolo dei dati e la computazione e su ciò che potrebbe essere. La cosa interessante è che modelli diversi – nello specifico cyberdiversi – esistono, sono già praticati e praticabili.

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