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Meloni dall’alleato polacco con la grana von der Leyen

Meloni dall’alleato polacco con la grana von der LeyenGiorgia Meloni e Mateusz Morawiecki – Ansa

La premier oggi a Varsavia incontra Morawiecki per serrare le file in vista delle europee. Sul tavolo dei due leader il dossier immigrazione. L’italiana sosterrà la richiesta polacca di aumentare i contributi Ue per l’accoglienza dei profughi ucraini

Pubblicato più di un anno faEdizione del 5 luglio 2023

Alle 10.30 di oggi, palazzo sull’acqua del Park Lazienki a Varsavia, Giorgia Meloni incontrerà il premier polacco Morawiecki e non lo troverà di buon umore. Nelle orecchie del polacco risuoneranno le parole definitive pronunciate ieri dal primo portavoce della Commissione Ue Eric Mamer: «Una volta che la legislazione Ue sarà stata adottata la Commissione avrà a disposizione gli usuali strumenti per assicurare che sia rispettata». Per «legislazione Ue» si intende il Patto sull’immigrazione sottoscritto a maggioranza qualificata in Lussembrugo, quello che manda su tutte le furie i polacchi e gli ungheresi: li costringerà a pagare 20mila euro di multa per ogni ricollocazione rifiutata oppure a sottoporsi alla procedura d’infrazione.

SUL TAVOLO DEI DUE CAPI di governo ci sarà una messe di dossier ma davvero spinoso è solo quello che va sotto il nome «Protezione dei confini esterni della Ue», cioè immigrazione. Sarebbe però un errore pensare che la divaricazione tra gli interessi dei due principali Paesi del gruppo europeo Ecr, i Conservatori, possa superare il livello di guardia. Su tutto il resto, in particolare sulla guerra e sulle regole europee, l’accordo è completo e anche sull’immigrazione la visione di fondo è la stessa: quel che conta non sono i ricollocamenti o la revisione di Dublino ma la protezione della Fortezza Europa. Non riallocare chi arriva ma impedire gli ingressi.

Probabilmente, per rabbonire l’alleato, la premier si impegnerà a fare l’impossibile perché vengano aumentati i contributi europei per i profughi ucraini. Da quel punto di vista è impossibile negare le buone ragioni della Polonia: nel 2022 ha ospitato 9 milioni e mezzo di ucraini, e un milione e mezzo o giù di lì è ancora in Polonia. Ha sborsato oltre 8 miliardi e dalla Ue ha ricevuto 500 milioni. Buoni argomenti che permetteranno all’italiana di promettere il massimo sforzo perché una parte molto più sostanziosa del bilancio europeo finisca a chi ospita più ucraini di chiunque altro in Europa.

NEL POMERIGGIO la Conservatrice italiana si sposterà al Sofitel Victoria Hotel per la sessione centrale della conferenza dell’Ecr su «Il futuro dell’Unione europea». Forse apertamente, forse a latere sarà necessario occuparsi delle elezioni del 2024. Dopo l’affondo di Salvini e le barricate erette in tutta fretta dal Ppe per chiudere la strada al gruppo europeo di Identità, di cui è parte la Lega, quella prova è diventata un problema spinoso. Per il 15 luglio Fi ha invitato al proprio Consiglio nazionale il presidente del Ppe Weber. È un passo che serve a ufficializzare l’incoronazione di Tajani a nuovo leader azzurro ma è anche una mossa tesa a comunicare che il Ppe serra le file contro la proposta di alleanza tra Popolari, Conservatori e Identità messa in campo da Salvini. «È impossibile un’alleanza con AfD e il Rassemblement National di Le Pen», ripete il vicepresidente dei deputati azzurri Nevi.

COME DIGA PERÒ le parole non bastano. L’ipotesi a cui lavora il Ppe è mettere subito in campo Ursula von der Leyen come candidata ufficiale popolare, costringendo così tutti a schierare i loro candidati. Il confronto ne uscirebbe radicalizzato, le differenze tra i Conservatori e Identità verrebbero amplificate al massimo. L’idea non piace nemmeno un po’ a Weber, la cui idiosincrasia per la presidente della Commissione è leggendaria, ma con le spalle al muro difficilmente potrà mettersi di mezzo. Il primo ministro spagnolo Sanchez, socialista, ha già preso partito. Presentando la presidenza di turno spagnola della Ue, che proseguirà fino a alla fine del 2023, ha annunciato che sosterrà la conferma della attuale presidente, esaltando il suo «magnifico lavoro».

IL PROBLEMA per i Conservatori è proprio questo: la strategia in atto, come l’uscita di Sanchez conferma, mira ad allargare a Ecr l’attuale maggioranza Ursula, dal momento che da soli Popolari e Conservatori non avranno la maggioranza nell’europarlamento e i Liberali, per ora, sono contrari ad allearsi con Ecr. Ma per Meloni allearsi con la sinistra in Europa contro la Lega suo principale alleato in Italia rasenta l’impossibilità.

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