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Mediterranea rischia di perdere l’idoneità di navigazione

Mediterranea rischia di perdere l’idoneità di navigazioneLa Mare Jonio bloccata in porto – Mediterranea

Migranti Ispezioni a bordo della Mare Jonio, al momento in stato di fermo

Pubblicato 15 giorni faEdizione del 19 settembre 2024

«Vogliono che sbarchiamo bagni, docce, gommoni, zattere di soccorso. È la prima volta che a una nave viene ordinato di non avere mezzi di soccorso a bordo», dice il capomissione di Mediterranea Luca Casarini. È intervenuto nella conferenza stampa di ieri dalla Mare Jonio, al termine di un’ispezione iniziata lunedì e durata dieci ore e mezzo. Quattro controlli in uno, di cui tre programmati e l’ultimo «occasionale», aggiunto all’improvviso.

I soccorritori lo attribuiscono all’indicazione del comando generale delle capitanerie di porto di Roma. Ministero dei Trasporti e dunque Matteo Salvini. «Hanno mandato la squadra speciale anti-ong. Tra l’altro proprio quando si avvia a conclusione il processo dove il leader leghista è imputato e in cui noi siamo parte civile. Abbiamo informato il tribunale di Palermo di questa coincidenza che ci pare singolare», continua Casarini.

Al momento i fatti sono questi: al termine della maxi-ispezione la nave è in stato di fermo, prima di mollare gli ormeggi da Trapani – dove intanto il sindaco dem Giacomo Tranchida vuole dare la cittadinanza onoraria a Iuventa, Msf e Save the children – deve eliminare gli «equipaggiamenti correlati all’attività di salvataggio, per la quale la nave non è certificata, rizzati in coperta». Fino a quel momento la Mare Jonio non può muoversi. Dovesse partire senza aver adempiuto agli ordini rischia la revoca dell’idoneità di navigazione. Significherebbe fine dei giochi, forse per sempre.

Spulciando i riferimenti normativi viene fuori che la sanzione non ha nulla a che fare con il decreto Piantedosi di gennaio 2023. I controlli e le presunte violazioni fanno riferimento a un decreto del presidente della Repubblica sulla sicurezza della navigazione del 1991, poi aggiornato l’anno seguente. L’articolo 27 descrive le circostanze dell’«ispezione occasionale»: principalmente in caso di incidente, difetti che compromettono la sicurezza o periodi di disarmo. Ma un motivo buono per le ong, alla fine, si trova sempre.

«Il fermo di nave Mare Jonio e l’ordine di non salvare vite è una vera e propria bestemmia. Si accaniscono su chi salva gli esseri umani, mentre nelle aule di giustizia le ciniche e strampalate regole di Piantedosi e del suo compare Salvini vengono quotidianamente demolite perché contro le leggi», afferma il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni, unico esponente politico d’opposizione a prendere parola. Gli risponde la deputata leghista Elena Maccanti: «Un bel tacer non fu mai scritto».

Mediterranea, comunque, ha annunciato l’intenzione di non fermare le sue attività di soccorso nel Mediterraneo centrale. Le forme saranno chiarite più avanti. Tra la ong e le autorità italiane resta sempre un ricorso pendente davanti al Tar del Lazio per contestazioni analoghe a quelle avanzate ieri. Affondano in un’ispezione del settembre dell’anno scorso. Da allora, però, i giudici amministrativi non hanno fatto sapere nulla.

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