Eagle Pass (Texas), migranti in fila in attesa di venire schedati dalla Customs and Border Protection
Cultura

Disobbedire alle leggi, aderire a ciò che è giusto

Eagle Pass (Texas), migranti in fila in attesa di venire schedati dalla Customs and Border Protection

Scaffale «Salvato dai migranti. Racconto di uno stile di vita» di don Mattia Ferrari, per le Edb di Bologna, con prefazione di papa Francesco e postfazione di Marco Damilano

Pubblicato un giorno faEdizione del 26 settembre 2024

C’è un filo rosso che unisce Antigone (che dà sepoltura al corpo del fratello Polinice, sfidando il divieto del tiranno di Tebe Creonte), Gesù (che guarisce i malati di sabato, anche se la norma ebraica lo vieta) e i volontari delle navi delle Ong che salvano i migranti nel Mediterraneo nonostante i decreti Salvini: la scelta della disobbedienza alla legge, oppure – per dirla con don Milani – dell’obbedienza alla propria coscienza.

È LA DISOBBEDIENZA alle leggi ingiuste che opprimono l’umanità, praticata in nome dell’«amore viscerale» (splagchnìzomai, nell’originale greco dei Vangeli) per tutte quelle persone che altrimenti finirebbero schiacciate sotto i macigni dei poteri economico-politici. Cammina lungo questi due binari – disobbedienza e amore viscerale – l’appassionata narrazione di don Mattia Ferrari in Salvato dai migranti. Racconto di uno stile di vita, libro appena uscito per le Edb di Bologna, con prefazione di papa Francesco e postfazione di Marco Damilano (pp. 271, euro 19).

«Il concetto di legalità può essere strumentalizzato per calpestare l’umanità», scrive l’autore. «La legalità non è un criterio assoluto» ma «uno strumento: funziona se è al servizio di leggi che tutelano la giustizia e l’umanità, mentre quando le leggi non le tutelano più e anzi le schiacciano, allora non funziona più». L’unica via diventa quindi la disobbedienza. E la forza che incoraggia a questa scelta è «lo splagchnìzomai, l’amore viscerale di cui parla il Vangelo: consiste nelle viscere che si contorcono davanti a chi soffre, lotta e spera, e che portano a cercarsi gli uni gli altri, a muoversi insieme e a costruire insieme il possibile cambiamento a partire dai propri corpi e dalle proprie relazioni.
Solo lo splagchnìzomai – prosegue Ferrari – ci dà la forza per liberarci dell’egoismo, per sovvertire le stesse strutture mentali che ci sono state imposte, per immaginare un altro mondo possibile e attuarlo».

Prete trentunenne della diocesi di Modena, già viceparroco a Nonantola, da diversi anni «cappellano» della Mare Jonio – la nave della ong Mediterranea Saving Humans –, messo sotto tutela per le minacce subite dagli scafisti della mafia libica, Ferrari alterna il racconto di esperienze personali vissute accanto e insieme ai migranti (Samy, Bentolo, Pato e tanti altri) e riflessioni di carattere generale, sostenute da una solida bibliografia, che chiamano in causa i veri colpevoli: il sistema capitalistico unito al «me ne frego» dell’individualismo egoista e fascista, diventato programma politico di molti partiti di destra.

Il risultato è un volume talvolta un po’ disordinato – per l’ansia di voler mettere dentro troppe cose – ma che diventa una sorta di manuale per provare a costruire il sogno di quell’altro mondo possibile, regolato non dai meccanismi del neoliberismo assunto acriticamente anche da una certa sinistra, ma dalla fraternità, ideale trascurato della rivoluzione francese, rilanciato da papa Francesco (Fratelli tutti), a cui Ferrari guarda con la speranza di chi vorrebbe una Chiesa più evangelica e capace di camminare insieme a compagni di viaggio apparentemente estranei ma accomunati da una medesima prospettiva di giustizia, come centri sociali e movimenti popolari.

«LA FRATERNITÀ è un grido, le persone migranti che bussano alle nostre porte portano in sé questo grido, chiedono di essere riconosciute come fratelli e sorelle», scrive Bergoglio nella prefazione. «Il soccorso e l’accoglienza non sono solo gesti umanitari essenziali, sono gesti che danno carne alla fraternità, che edificano la civiltà».

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