Mazze contro la marcia Lgbtqi: 25 ultranazionalisti agli arresti
Polonia Domenica a Bialystok squadre di picchiatori hanno aggredito i manifestanti del Pride. Ma ad accendere i sentimenti omofobi è il partito di governo
Polonia Domenica a Bialystok squadre di picchiatori hanno aggredito i manifestanti del Pride. Ma ad accendere i sentimenti omofobi è il partito di governo
Era la prima volta di un Gay Pride a Bialystok, nordest della Polonia omofoba del PiS. Ma domenica la marcia per i diritti della comunità Lgbtqi, si è conclusa con un pestaggio di massa: squadre di ultranazionalisti di destra hanno aggredito i manifestanti con catene e bastoni. Pestati a sangue, sotto gli occhi della polizia che non è intervenuta. Non subito.
I poliziotti si sono fatti vedere dopo e hanno arrestato 25 aggressori. Lo scorso anno era successo lo stesso a Lublino, con la polizia che aveva disperso i contro-manifestanti di destra con i gas lacrimogeni. Ma ad accendere i sentimenti omofobi (ma anche razzisti e misogini) è il partito al governo.
Il leader del partito di governo PiS, nonché suo fondatore, Jaroslaw Kaczynski, li ha recentemente – in occasione delle elezioni europee – definiti «una minaccia reale alla nostra identità e alla nostra nazione». Lo stesso aveva detto il partito a ottobre, durante le elezioni nazionali. Dalle parole ai fatti, con squadre di picchiatori in strada a porre fine al gay pride.
Nei giorni precedenti, mentre la Chiesa condannava la marcia, il quotidiano di destra Gazeta Polska distribuiva in edicola adesivi con una croce sopra la bandiera arcobaleno. E con su scritto: «Zona libera dagli Lgbtqi».
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