A venti giorni dalle elezioni più attese, con il loro portato di intrinseco simbolismo (cento anni dalla fondazione della Repubblica di Turchia, dieci dal più grande movimento di opposizione all’autorità di Erdogan, Gezi Park), una maxi retata ha fatto piazza pulita di una buona fetta di opposizione di sinistra nel sud e dell’est a maggioranza curda del paese: 126 arresti (parte di una lunghissima lista di mandati di detenzione, almeno 216) in 21 province – da Diyarbakir la più colpita a Van, da Smirne a Urfa -, perquisizioni e confische di computer e documenti in 186 tra uffici e abitazioni...