A Nairobi ha piovuto come non pioveva da anni e questa, incredibilmente, è una notizia. «La ringraziamo, Presidente Mattarella, per averci portato la pioggia» ha detto all’Università di Nairobi la ministra dell’Ambiente del Kenya Roselinda Soipan Tuiya nel corso del suo intervento.

IERI MATTINA il presidente della Repubblica italiano ha partecipato alla conferenza “Il cambiamento climatico, una sfida comune per Africa ed Europa” organizzata dall’Università di Nairobi alla Taifa Hall, alla quale hanno partecipato, oltre alle autorità e ai decani dell’ateneo, molti studenti, tra cui anche l’unica studentessa italiana di questa università, che con Mattarella ha simbolicamente piantato un albero d’ulivo nel giardino adiacente l’auditorium. In Africa orientale, quando si comincia qualcosa di importante, si pianta sempre un albero e in Kenya questa tradizione non fa eccezione.

I giovani studenti kenioti, che non risparmiavano sorrisi ai fotografi, hanno ascoltato la voce di un capo di Stato europeo su un tema molto sentito nel paese africano: l’emergenza climatica. I relatori si sono concentrati sulla necessità di un’azione immediata e collettiva, con la ministra keniota che ha anche in parte illustrato la strategia del governo per fronteggiare l’emergenza climatica, in particolare con «la rinuncia alle fonti di energia fossile». Ma non solo: Tuiya ha invocato una collaborazione più stretta tra continenti per affrontare l’emergenza climatica, anche in vista della Cop28 di Doha, in programma fra novembre e dicembre 2023: «Il degrado ambientale non rispetta i confini politici e quando si verificano catastrofi ambientali, tutti ne pagano il prezzo. Tuttavia, noi nelle regioni in via di sviluppo del mondo come l’Africa tendiamo a subirne maggiormente le conseguenze a causa delle nostre economie sensibili al clima».
Con il manifesto la ministra ha approfondito la questione della responsabilità collettiva verso le generazioni più giovani, legando il tema dell’emergenza climatica alla questione demografica. «Il Kenya è una nazione giovane, l’età media è 19 anni», in Italia è di 44, «e le generazioni che hanno beneficiato del progresso dovuto ai combustibili fossili hanno delle responsabilità nei confronti delle nuove generazioni».

L’EMERGENZA CLIMATICA è un tema che il Presidente della Repubblica, probabilmente per la prima volta da parte di una carica dello Stato, ha indicato avere «importanti conseguenze sulla dislocazione della specie umana su un pianeta che vede diminuire progressivamente le aree di insediamento» con «il fenomeno dei profughi climatici, oltre che di quelli dei conflitti, che è drammaticamente davanti a tutti noi». Una questione che Mattarella aveva già illustrato tre giorni fa, durante l’incontro con il presidente keniota William Ruto. All’Università il presidente della Repubblica ha citato Wangari Maathai, la prima donna africana a ricevere il Premio Nobel per il suo impegno a favore della promozione dello sviluppo sostenibile, della democrazia e della pace, e l’arcivescovo Desmond Tutu: «Essere i custodi del creato non rappresenta un titolo vano; impone di agire e con tutta l’urgenza che la situazione richiede». Mattarella ha parlato di «responsabilità ineludibili», accogliendo la visione africana posta dalla ministra Tuyia.