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Martedì 23 l’ultimo saluto laico a Umberto Eco

Martedì 23 l’ultimo saluto laico a Umberto EcoUmberto Eco in Svezia nel 2011 – LaPresse

Milano Dalle 15 i funerali al Castello Sforzesco. Vittorio Sgarbi chiede i funerali di stato. Il sindaco Pisapia: «Addio maestro e amico, genio del sapere, uomo di sterminata cultura»

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 21 febbraio 2016

Milano e il mondo saluteranno “l’uomo che sapeva tutto” nella giornata di martedì 23 febbraio. La cerimonia funebre si svolgerà (dalle 15) nel cuore della città, all’interno del Castello Sforzesco che vedeva dalle finestre di casa sua.

Avrà forma strettamente laica, come informa il curatore editoriale Mario Andreose, che con Umberto Eco ha condiviso molto, compresa l’ultima avventura editoriale, La nave di Teseo: «I desideri di Eco erano coerenti con la sua vita, che è stata profondamente laica», dice Andreose dopo aver fatto visita ai familiari. «Ha lavorato fino all’ultimo – continua – tranne gli ultimi tre o quattro giorni. Negli ultimi due anni (cioè da quando si era ammalato di tumore, ndr) ha sempre continuato a lavorare. Era un lavoratore formidabile».

Vittorio Sgarbi, che insieme alla sorella Elisabetta e a Eco ha dato vita alla nuova casa editrice, chiede i funerali di Stato: «Quale testimone universale della grande civiltà italiana».

Di sicuro, martedì sarà una fiumana di persone a rendere omaggio a Eco, intellettuali, scrittori, politici, artisti, cittadini che ne hanno incrociato le pagine o le lezioni universitarie. Ieri, invece, mentre i commenti e i messaggi di cordoglio per la sua morte rimbalzavano sui siti di tutto il mondo, in piazza Castello il primo giorno di lutto si è svolto in modo discreto.

Qualche fiore lasciato davanti al portone di casa, al civico 13, poche visite alla famiglia di parenti e amici più stretti. Come quella di Alberto Asor Rosa.

Il sindaco Giuliano Pisapia non è in città, ma affida il suo saluto a Facebook: «Addio maestro e amico – scrive – genio del sapere innamorato di Milano, uomo di sterminata cultura e di grande passione politica. Milano senza di te è più triste e più povera».

Da quando si era trasferito da Alessandria, negli anni Cinquanta, era sempre stato molto legato a Milano, e non aveva mai smesso di schierarsi, contribuendo anche alla fondazione di Libertà e giustizia.

Nel 2011, a una sua manifestazione pubblica (foto qui sotto), era sul palco a chiedere le dimissioni di Berlusconi, e pochi mesi dopo fu tra i primi ad arrivare in piazza Duomo per festeggiare la vittoria di Pisapia.

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