Secondo Mosca il porto di Mariupol sarebbe controllato dalle sue truppe, ma Kiev non conferma e continua a chiedere armi per «rompere l’assedio». Durante tutta la giornata, i canali sui social network e le pagine internet hanno continuato a diffondere video degli scontri armati tra le vie della città e nelle case. Tuttavia, nonostante le elegie, a conclusione di questa quarantanovesima giornata di guerra in Ucraina, sembra che l’unico dato certo sia che la guerra durerà ancora.

A PROPOSITO DI CERTEZZE è singolare l’episodio della nave da guerra russa Moskva. Mercoledì, alle 23 ucraine circa, fonti locali hanno diffuso la notizia che l’incrociatore missilistico russo Moskva fosse stato colpito da due missili da crociera di difesa costiera R-360 Neptune nei pressi dell’isola dei serpenti, la stessa divenuta celebre nei primi giorni del conflitto per l’attacco a una squadriglia di marinai ucraini che avrebbero risposto all’ordine di arrendersi con un insulto.

In un primo momento si è creduto che i marinai fossero tutti morti, poi invece si è scoperto che erano riusciti a fuggire. Come abbiamo potuto già osservare durante queste settimane, l’impossibilità di verificare alcune fonti direttamente e la difficoltà di accesso dei giornalisti ai luoghi degli attacchi, ha determinato uno strano carosello di smentite e reciproche accuse di mistificazioni tra i due eserciti. La prima risposta è arrivata dall’agenzia russa Tass che ha fatto sapere che l’equipaggio della nave era stato evacuato a causa di un incendio a bordo generato dall’esplosione di alcune munizioni. In seguito è intervenuto il ministero della difesa russo con una dichiarazione telegrafica: l’incendio non si era diffuso a tutto il natante, l’esplosione delle munizioni si era fermata, l’incrociatore era ancora a galla, l’equipaggio era stato evacuato verso altre navi della flotta del Mar Nero presenti nella zona, il Moskva sarebbe stato presto rimorchiata in porto, (probabilmente verso Sebastopoli) e, come sempre in questi casi, «le cause dell’incidente sono sotto inchiesta».

POI È TOCCATO AGLI ATTORI stranieri, che però stavolta sono dimostrati insolitamente cauti. Il portavoce del Pentagono, infatti, ha dichiarato che del Moskva si sapeva che c’erano state esplosioni a bordo e che la nave si stava dirigendo verso la base di Sebastopoli utilizzando i propri motori. In altri termini, secondo la Difesa americana, non c’era modo di confermare o meno che gli ucraini abbiano colpito la nave.

Questi ultimi, senza sbilanciarsi troppo, si sono limitati a diffondere una breve nota nella quale si legge che «gli altri due incrociatori della classe ‘Slava’ che sono dotati di missili teleguidati, il ‘Maresciallo Ustinov’ e il ‘Varyag’, non si trovano nel Mar Nero e non potranno attraversarlo, dato che lo stretto è chiuso per le navi da guerra. La Russia perde così una significativa potenza di fuoco navale per la sua campagna in Ucraina meridionale».

IL CHE È MOLTO SIGNIFICATIVO, sia dal punto di vista strategico, sia da quello del morale. Di fatti, sappiamo che dall’attacco di due domeniche fa anche a Odessa era salita considerevolmente la preoccupazione. Per la prima volta è stato indetto un coprifuoco di 36 ore e i controlli si sono fatti sempre più serrati. Nel frattempo sono continuati gli attacchi lungo la costa, soprattutto nei dintorni di obiettivi militari e di depositi. Inoltre, il fatto che a Mykolayiv si intensifichino gli attacchi e che la tenuta delle forze di terra sull’autostrada M14 vero Kherson e a sud verso Oleksandrivka, non poteva rassicurare gli odessiti e l’amministrazione regionale.

Quale migliore occasione di un incrociatore in avaria per riprendere un po’ di fiato e di ardore nell’attesa di nuovi sviluppi? Anche perché, i russi in seguito a questi attacchi ucraini in genere hanno una reazione immediata. Per questo molti analisti sono convinti che a breve scatterà una massiccia campagna di attacchi missilistici o aerei da parte russa come vendetta per il Moskva. Soprattutto perché in serata è arrivata la conferma russa: la nave è affondata.

TORNANDO A MYKOLAYIV, la città è senz’acqua da due giorni, secondo il sindaco per lavori all’impianto idrico cittadino. I giornalisti presenti in loco non sono ancora riusciti ad avere informazioni chiare in merito ma sembra strano che con una guerra in corso si interrompa la fornitura idrica volontariamente per così tanto tempo. Inizialmente si era pensato che un attacco avesse colpito qualche snodo cruciale (o la diga stessa) che porta l’acqua in città ma poi le autorità locali si sono profuse in diverse rassicurazioni e smentite. Del resto il clima in città non è dei più sereni, sempre ieri l’amministrazione locale ha diffuso la notizia che tre automobili provenienti da Kherson erano state fermate nei pressi del centro di Mykolayiv e al loro interno erano stati scoperti dei sabotatori russi. Cinque di questi sarebbero stati freddati sul posto, degli altri non si sa ancora nulla (neanche il numero).

QUALE FOSSE L’OBIETTIVO è difficile dirlo. C’è da ricordare tuttavia, che a Mykolayiv sono convinti che l’attacco al palazzo dell’oblast di due settimane fa sia stato facilitato da qualche infiltrato che avrebbe posizionato dei tracciatori a infrarossi oppure fornito le coordinate esatte tramite un gps. Di conseguenza, ogni movimento sospetto è malvisto e anche il lavoro dei giornalisti è diventato più complesso. Intanto, dall’est arrivano notizie di 4 nuovi morti e oltre 10 feriti nei bombardamenti notturni dei quartieri residenziali di Kharkiv. Il governatore locale, Oleg Synehubov, avrebbe esortato gli abitanti di Lozova e Barvinkove a evacuare perché le ostilità potrebbero aumentare in queste zone.

Altri 15 villaggi nell’oblast di Donetsk sono stati colpiti oggi e diversi obiettivi civili, tra cui abitazioni residenziali, infrastrutture agricole e ferroviarie e un gasdotto, sarebbero stati colpito secondo il ministero degli interni ucraino. Dall’altro lato, la Russia sostiene che l’Ucraina oggi avrebbe sparato diversi colpi di mortaio contro un avamposto di confine russo nella regione di Bryansk. Al momento le autorità ucraine non hanno commentato l’incidente.