Internazionale

Mariupol, le ruspe spianano il teatro simbolo della guerra

Mariupol, le ruspe spianano il teatro simbolo della guerraIl Teatro di Mariupol, bombardato mesi fa con centinaia di vittime – Foto Ap

Crisi Ucraina Russi al lavoro per rimuovere i resti dell’edificio, bombardato con i rifugiati dentro

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 24 dicembre 2022

Sono arrivate le ruspe russe, al teatro di Mariupol, squarciato nei bombardamenti durante la prima grande battaglia della guerra d’Ucraina: bombardata in febbraio a inizio invasione, assediata in marzo dalle colonne russe che la circondavano, costretta alla resa in maggio quando si consegnarono gli ultimi soldati ucraini asserragliati nell’acciaieria di Azovstal.

MARIUPOL È UNO dei grandi crateri della guerra, il suo teatro distrutto dalle bombe – con 600 persone che vi si erano rifugiate dentro, accusarono all’epoca le autorità ucraine – uno dei simboli della guerra stessa. Due giorni fa, l’agenzia Associated Press ha fatto una puntigliosa stima dei morti – erano dell’Ap gli ultimi due reporter a lasciare la città che tre mesi di scontri avevano mandato all’inferno. Comparando meticolosamente vecchie e nuove foto satellitari e scomodando archeologi forensi con Bosnia e Ruanda nel curriculum, la Ap ha detto che ci sarebbero 10mila nuove fosse nei cimiteri della città, forse con più di un corpo in ognuna. E ha stimato che le vittime complessive potrebbero essere 75mila, il triplo delle 25mila stimate alla fine della battaglia. Quanto è il triplo di un’ecatombe?

SU TUTTO CIÒ, la nuova amministrazione russa – il confine dista appena 40 chilometri – si è data da fare. Il centrale Viale della Pace ora si chiama Viale Lenin, così come a un altro significativo numero di strade è stato russificato il nome. Il cartello di ingresso alla città è stato riscritto in perfetta ortografia russa, e dipinto di rosso bianco e blu per chi non avesse capito. Le poche scuole aperte hanno curricula russi, i network telefonici e televisivi sono russi, il rublo ha praticamente corso legale, un piccolo esercito di soldati, muratori, amministratori e medici russi hanno sostituito quelli fuggiti o sepolti nel grande cimitero di Staryi Krym, ogni giorno più grande.

Bulldozer russi spianano da settimane le strade in rovina di Mariupol e rimuovono macerie, attività da cui gli ucraini sono tenuti lontani. Ieri le ruspe avrebbero attaccato le macerie del teatro, e l’atroce sospetto di carne umana che custodiscono. Ma quanti corpi ci sono sotto i palazzoni krushovka style costruiti dall’Urss durante la crisi degli alloggi negli anni ’60? Quasi duecento dovranno essere demoliti, insieme a un’infinità di case, per circa 50mila appartamenti che bisogna finire di buttar giù – con tutto ciò che ancora contengono. Corpi insepolti, certo, e la memoria di una battaglia che è fondativa dell’Ucraina com’è oggi, qualsiasi cosa diventi.

IL FUTURO? Ieri il presidente russo Vladimir Putin ha usato per la prima volta la parola “guerra”, gli è scappata di bocca durante una riunione del Consiglio di Stato: “Il nostro scopo non è alimentare la ruota del conflitto militare ma, al contrario, far finire questa guerra”. Sarebbe reato, dire guerra invece di operazione speciale, per ordine dello stesso Putin – immediatamente segnalato alle autorità da un deputato comunale di San Pietroburgo (in esilio) per “diffusione di notizie false sull’esercito”.

IL PRESIDENTE ucraino Volodymyr Zelenski è tornato dagli Stati uniti con la sua batteria di missili Patriot e ha comunicato che dopo quella a Joe Biden non farà altre visite all’estero: “solo se cruciali”, ha detto. Mentre il segretario di stato americano Anthony Blinken ha ammesso che sì, “Zelensky sta lavorando a un piano di pace in 10 punti”, ne avrebbe parlato con Biden, dovrebbe essere presentato il 24 febbraio, a un anno dall’inizio della guerra. Il precedente “piano in 10 punti” Zelensky lo presentò al G20 a inizio dicembre, una lunga dichiarazione di intenti che non concedeva nulla e che non fece – non poteva fare – alcuna strada.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento