Editoriale

Marielle vive perché noi viviamo

Marielle vive perché noi viviamo

il manifesto Venerdì un inserto gratuito con la sua storia a fumetti

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 28 marzo 2018

Il 15 marzo abbiamo «incontrato» Marielle Franco.

Non la conoscevamo prima che venisse uccisa su una strada della sua città all’uscita da una delle tante iniziative che promuoveva insieme alle sue compagne di lotta, le donne nere delle favelas.

Ne ignoravamo il viso e il sorriso prima di scoprirli sui nostri schermi, quando ci è apparsa così vicina e viva da poter quasi stendere una mano e toccarla.

Ci siamo innamorati della sua storia e commossi per la sua morte, abbiamo provato una grande energia e una profonda speranza di fronte alla folla riversatasi nelle strade del Brasile per chiedere verità e giustizia.

Con i nostri mezzi, le parole e il disegno, abbiamo voluto metterci al servizio di questa storia.

Marielle rappresenta tutto ciò che cinque anni fa con Sergio Riccardi avevamo voluto raccontare in un libro sotto l’etichetta di «cattiva ragazza». Un graphic novel dedicato a figure che, in epoche e continenti diversi, hanno messo in discussioni gli stereotipi sulla femminilità.

Marielle è donna, nera, lesbica, attivista anticapitalista e femminista. Nata e cresciuta nella favela, ha lottato per studiare e realizzare i suoi desideri ed è arrivata ad occupare una sedia destinata da sempre a ricchi uomini bianchi.

Ma la sua non è soltanto una storia di affermazione personale, Marielle è sempre stata insieme ad altre e ad altri, si è battuta per e con coloro che sono ai margini, è parte di un racconto collettivo che non si arresta la sera del 14 marzo 2018.

Era forte, determinata, combattiva, ma non aveva nulla dello stereotipo della guerriera, era solare, allegra, piena di vita, perché la politica è una cosa bella se fatta con passione. Come Angela Davis, sapeva che non può esserci lotta contro lo sfruttamento capitalista che non sia anche al sessismo e al razzismo.

Il Potere l’ha punita, ma la sua figura non si riduce a quella di una vittima. La voce di Marielle, il suo corpo, il suo sorriso non si sono spenti, continuano a vivere attraverso tutte e tutti noi che in suo nome occupiamo uno spazio pubblico e portiamo avanti le sue battaglie. Marielle vive perché noi viviamo.

Venerdì 30 marzo in edicola con il manifesto la storia a fumetti di Marielle Franco, un inserto gratuito firmato da Assia Petricelli e Sergio Riccardi

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