Mariana Enríquez, se le ragazze fantasmatiche si esercitano a divorare
GEOGRAFIE A proposito di «I pericoli di fumare a letto», raccolta di racconti della scrittrice argentina per Marsilio. Fil rouge della sua scrittura è l’appartenenza a una generazione che ha vissuto l’infanzia durante la dittatura militare e ha affrontato nell’adolescenza le rivelazioni traumatiche. Domani l’autrice sarà a Roma al festival inQuiete (ore 21, cinema Avorio) in dialogo con Chiara Valerio
GEOGRAFIE A proposito di «I pericoli di fumare a letto», raccolta di racconti della scrittrice argentina per Marsilio. Fil rouge della sua scrittura è l’appartenenza a una generazione che ha vissuto l’infanzia durante la dittatura militare e ha affrontato nell’adolescenza le rivelazioni traumatiche. Domani l’autrice sarà a Roma al festival inQuiete (ore 21, cinema Avorio) in dialogo con Chiara Valerio
La foto di copertina è virata in rosso e in primo piano vediamo la robusta suola di uno scarpone «anfibio», che fa sembrare enorme il piede di una giovanissima con le gambe accavallate. Gli occhi, scuri come i lunghi capelli, non fissano l’obiettivo, ma sembrano rivolti verso un titolo in grandi caratteri gialli: Porque demasiado no es suficiente, ovvero «Perché troppo non è abbastanza», un verso tratto da It Starts And Ends With You del gruppo britpop Suede.
A CONFERMARE che proprio di loro si parla c’è un sottotitolo, Mi historia d’amor con Suede, e a svelare il periodo cui risale l’immagine provvede, in alto a destra, il nome dell’adolescente dall’aria assorta: Mariana Enríquez, nata nel 1973, che all’epoca era una super rockera pronta a qualsiasi avventura. E lo è ancora, come dichiara orgogliosamente («La musica mi piace più della letteratura, mi interessa più della letteratura, mi ossessiona più della letteratura») e come dimostra questo suo nuovissimo libro, una sorta di rutilante saggio autobiografico (Editorial Montacerdos, 2023), nato da passioni personali, da una lunga attività di giornalista che ha seguito centinaia di concerti per il quotidiano Pagina/12 (Enríquez ne dirige ora il supplemento Radar Libros) e da un’acuta capacità di riflessione sui fenomeni sociali e culturali.
SE IL PUNTO DI PARTENZA sono i Suede, ascoltati all’infinito nel corso degli anni insieme a Nick Cave, agli Einstürzende Neubauten o ai Manic Street Preachers, il testo passa dal racconto di un momento fondativo della propria vicenda di vita all’analisi di un’esperienza collettiva interamente al femminile, interpretabile come rito di passaggio, scoperta dell’erotismo e nascita di una «sorellanza»: tra rimandi alla mitologia greca, alla musica, all’arte e agli albori di internet, Enríquez evoca infatti sciami di ragazzine degli anni Novanta che, estatiche e urlanti, personificano senza saperlo «un arcano di cui non hanno memoria, e lo fanno da quando, tutte insieme, seguivano Dioniso su per le colline».
QUESTE BACCANTI in miniatura le ritroviamo anche nel romanzo breve Este el mar (Literatura Random House 2017; il titolo è rubato a una canzone dei Waterboys), e, nella loro versione più estrema, in «Carne», uno dei dodici racconti riuniti in I pericoli di fumare a letto, da pochi giorni in libreria per Marsilio (pp. 175, euro 17; traduzione di Fabio Cremonesi; stavolta il titolo proviene da Sandman, serie a fumetti sceneggiata da Neil Gaiman), le cui protagoniste sono due amiche quasi bambine, fans di un giovane cantante morto suicida, che riescono a disseppellirlo e a nutrirsi dei suoi resti. Una storia priva di dialoghi e narrata da una voce che non giudica né spiega, ma si limita a esporre i fatti in tono neutro e oggettivo, accentuandone così la qualità orrorifica e anche mistica, perché attorno al divoramento di quel corpo leggendario nascerà un nuovo culto.
L’adolescenza fragile e inconoscibile, spietata e spavalda, «vittima e carnefice allo stesso tempo», è, del resto, una presenza costante nella narrativa dell’autrice, a partire da Bajar es lo peor (un esordio che ebbe grande eco nell’Argentina del 1995) e Como desaparecer completamente del 2014, romanzi inscritti in un realismo tenebroso che dà alla disperazione il volto di sedicenni sospesi tra il passato atroce della dittatura e l’assenza di futuro.
Sono soprattutto ragazze fantasmatiche, ossessionate e a volte crudeli, decise a parlare con i morti o vittime di maledizioni incancellabili, a popolare I pericoli di fumare a letto, antologia che ha segnato a suo tempo il passaggio di Enríquez a un genere letterario di cui era ed è appassionata lettrice, e che ha saputo rinnovare incrociando il gotico nordamericano contemporaneo (Jackson, Straub e soprattutto King sono ovviamente in prima fila, insieme a fumetti, cinema e serie televisive) con le suggestive sfumature di terrore rintracciabili nelle opere di molti grandi scrittori latinoamericani del secolo scorso.
ATTINGENDO a un immenso e variegato corpus di materiali (classici della letteratura, cultura pop, leggende urbane, miti) l’autrice argentina se ne appropria con un’abilità fuori del comune e li trasforma in qualcosa di interamente suo, trasferendoli in un contesto latinoamericano ben riconoscibile, senza tralasciare la religiosità popolare ed eterodossa che ricorre a San La Muerte e pratica ancora il Velorio del Angelito, veglia funebre con musica, danze e bevute intorno al cadavere travestito da angioletto di un bambino morto in tenera età, cui si ispira «L’angioletta disseppellita», storia nerissima e tuttavia umoristica che apre il volume. E se rifugge dalla metaletteratura, dalla semplice rielaborazione o dalla citazione esplicita, l’autrice non rifiuta l’allusione, tanto che qualcuno potrebbe riconoscere nell’erotico e tumultuoso «Dove sei cuore» un ribaltamento di «Il cuore rivelatore» di Poe, e nello scenario di un’insolita storia di fantasmi come «Il belvedere», l’Hotel Ostenda di «Chi ama, odia», divertissement poliziesco della coppia Bioy Casares-Ocampo.
L’antologia appena uscita in italiano è del 2009, e precede dunque gli straordinari racconti di Le cose che abbiamo perso nel fuoco (2017) e l’imponente, complesso romanzo La nostra parte di notte (2021), entrambi pubblicati da Marsilio e senza dubbio le opere più compiute e mature dell’autrice, che le hanno assicurato una fama internazionale e innumerevoli traduzioni; il pur notevole I pericoli di fumare a letto non può eguagliarli del tutto, anche se mette in scena tutti i temi e i personaggi che hanno reso inconfondibile la narrativa di Enríquez.
ECCO APPARIRE, di racconto in racconto, corpi violati, straziati, trasgressivi, ma anche trionfanti, che inseriscono nelle trame il richiamo al desiderio e ai sensi (udito, gusto, tatto, e soprattutto l’odorato, pronto a rintracciare nefandezze di ogni genere); l’infanzia inquietante, ferita, a tratti demoniaca; le figure degli emarginati e degli sconfitti, portatori di un terrore improvviso che denuncia e scompagina violenze, ingiustizie e ipocrisie; l’espressione di un potere femminile che travolge e annulla ruoli e convenzioni; la desolata ambientazione urbana, le periferie come luogo dell’alterità; il modernissimo riuso di personaggi come il fantasma, la strega, il revenant, il posseduto; la morte come segno e impronta non solo di timori atavici, ma di un capitalismo brutale; il celarsi dell’orrore nella banalità di vite qualsiasi e di gesti quotidiani.
L’elemento più forte e riconoscibile, il fil rouge che attraversa la scrittura di Mariana Enríquez dagli esordi a oggi, è però l’appartenenza a una generazione che ha vissuto l’infanzia durante la dittatura militare e che durante l’adolescenza ha affrontato una grave crisi economica e le rivelazioni traumatiche della post-dittatura: terrori reali e irrimediabili, corpi che scompaiono e di cui non si sa più nulla, i segreti e le bugie del potere, il coprifuoco, la violenza istituzionalizzata.
TUTTO QUESTO NON VIENE «lavorato» dall’autrice nei termini consueti del realismo o della testimonianza, ma affrontato a partire dal genere, da convenzioni formali profondamente riviste che consentono ogni azzardo e permettono di costruire una letteratura politica di rara efficacia e intensità, di sottolineare la strettissima interazione tra fantastico e realtà (e come potrebbe essere altrimenti, in un paese che ha alle spalle una storia convulsa e romanzesca, e dove, tra pochi giorni, un personaggio come Javier Milei potrebbe diventare premier?), e di elaborare un discorso non fraintendibile sui traumi argentini e latinoamericani di ieri e di oggi, ma anche su quelli del nostro presente e sull’incerto futuro di tutti noi.
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SCHEDA. Da domani a domenica «inQuiete festival di scrittrici a Roma»
Torna «inQuiete festival di scrittrici a Roma» che, dopo la prima parte di incontri (13 e 14 ottobre), aprirà le danze al Cinema Avorio. Domani alle 18.30 comincerà Claudia Durastanti con il ritratto di Carla Lonzi. A seguire Sara De Simone, in compagnia della poeta Ewa Lipska e alle 20 Loredana Lipperini parlerà di Giorgiana Masi. Dopo il monologo di Margherita Giacobino, l’incontro delle 21 insieme a Chiara Valerio e Mariana Enriquez. Sabato tra le ospiti: Michela Marzano, Roberta Scorranese, Annalena Benini, Pilar Quintana, Paola Soriga, Anna Gheney, Igiaba Scego, Maria Grazia Calandrone, Chiara Mezzalama, Simona Pedicini, Ginevra Lamberti. Domenica sarà la volta di Viola Ardone, Rosella Postorino, Vincenza Alfano, Celeste Costantino, Giorgia Serughetti, Laura Schettini, Francesca Coin. E ancora Silvia Bre, Ilaria Palomba e Sara Ventroni. Infine Leah Hazard, Annalisa Camilli, Veronica Raimo e Caterina Venturini. Info su www.inquietefestival.it
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