Una pace possibile, investendo sulle giovani generazioni. Questo il messaggio lanciato dalla Marcia PerugiAssisi della pace e della fraternità e alla base del Patto di Assisi, sottoscritto all’arrivo del corteo davanti al Sacro convento di San Francesco dai rettori della Rete delle università italiane per la pace, dei dirigenti scolastici della Rete nazionale delle scuole di pace e dei sindaci del Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani.

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Una prima firma oggi con i presenti alla Marcia e poi sarà diffuso a tutti color che vorranno aderire. Un percorso di avvio per la ricostruzione di quel “patto educativo globale”, sollecitato anche da papa Francesco, che nasce come invito ad investire sui giovani “sulla loro energia, creatività e formazione con programmi concreti e lungimiranti” come ha ricordato Flavio Lotti, coordinatore del Comitato promotore Marcia PerugiAssisi.

Flavio Lotti
La pace non è la meta ma il percorso, non è il sogno ma l’urgenza dell’impegno che ci deve vedere tutti protagonisti e responsabili. Serve quindi il lavoro di tutti e non solo di scuole e università. Dobbiamo imparare ad affrontare i problemi della contemporaneità investendo sulle giovani generazioni, credendo in loro. Oggi è stato il loro giorno, un nuovo ulteriore esercizio di pace.

“Molti dei nostri amici non sono oggi con noi perché stanno dando una mano agli alluvionati” ha sottolineato Lotti, “mentre noi siamo qui a camminare per la pace, per risvegliare le coscienze affinché tutti riconoscano il proprio ruolo e il proprio impegno nel mondo e per dire che abbiamo bisogno della solidarietà e del volontariato durante tutto l’anno e non solo dopo le tragedie”.

Marcia PerugiAssisi ANSA/DANILO NARDONI

A colpire è stata soprattutto la grande partecipazione di studenti e studentesse: “Ora il governo investa su di loro e sulla loro speranza”, il commento di Elisabetta Piccolotti, deputata umbra dell’Alleanza Verdi Sinistra. “Un taglio anche minimo alle spese militari garantirebbe un enorme sviluppo a favore della scuola pubblica. Dopo il Patto di Assisi di oggi fra atenei e scuole, i luoghi della formazione diventino laboratori di pace”.

Investire sulla speranza e non sulla morte: questo il messaggio che arriva dalla Marcia. “C’è una sola strada per il cessate il fuoco in Ucraina”, sottolinea ancora Piccolotti”, “ed è la trattativa diplomatica tra USA e Cina, con la mediazione dell’Europa. Fa male che il governo Meloni non abbia mai mandato nemmeno un minimo segnale in questa direzione mentre continua soltanto a parlare di armi. Oggi di fronte ai tanti giovani presenti alla Marcia dovrebbe impegnarsi a fare diversamente nei mesi che abbiamo davanti”.

In realtà, il percorso intrapreso dal governo è opposto: nel 2022 la spesa militare italiana è cresciuta in termini reali arrivando a toccare i 1.930 miliardi di dollari, rispetto ai 1.1861 del 2021.

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“Una piccola parte di quei miliardi poteva bastare ad eliminare le classi pollaio, dare a tutte le scuole il tempo pieno e il tempo prolungato e azzerare le rette degli asili nido” continua Piccolotti. “Il governo dice sempre che non ci sono risorse per la scuola e che bisogna accontentarsi, ma è una clamorosa bugia. E poi da oggi, con il “Patto di Assisi” firmato dai rettori e dai dirigenti scolastici della Rete delle università e delle scuole per la pace –conclude Piccolotti – c’è un prezioso strumento a disposizione delle scuole e degli atenei del nostro Paese per farle diventare dei veri e propri laboratori di pace. Il prossimo anno scolastico diventi allora l’inizio di un percorso collettivo di formazione e di crescita umana di cui la nostra società ha enormemente bisogno, altro che le scolaresche alle fiere delle armi o esibizioni militari negli istituti del nostro Paese.

La manifestazione finale si è svolta alla Rocca Maggiore di Assisi. Il presidente nazionale dell’Anpi, Gianfranco Pagliarulo, ha consegnato ad una rappresentanza di giovani del servizio civile la bandiera della pace come gesto simbolico “dell’alleanza intergenerazionale”. L’attore Alessandro Bergonzoni ha rivolto un “appello corale alla pace”. Ai ragazzi ha detto di non fare passi indietro, ma solo “passi in alto” e, parlando della guerra in Ucraina, ha auspicato “una trattativa, anche anomala, anche storta, che però deve partire”. “Il futuro – ha concluso dal palco una giovane studentessa – è nelle nostre mani e nel nostro piccolo possiamo fare molto più di ciò che crediamo”.