Economia

«Marchionne centro della corruzione», Gm denuncia Fca

«Marchionne centro della corruzione», Gm denuncia FcaSergio Marchionne mentre stringeva la mano ad un lavoratore americano iscritto a Uaw

Fiat Chrysler nei guai. General Motors fa causa alla rivale con l’accusa di aver pagato tangenti per corrompere l’Uaw, il potente sindacato dei metalmeccanici americano, nel processo di contrattazione collettiva. Ombre sull’ex ceo Sergio Marchionne, considerato il «centro dell’attività fraudolenta»

Pubblicato quasi 5 anni faEdizione del 21 novembre 2019

«Corruzione tramite tangenti al sindacato Uaw» con «al centro la figura di Sergio Marchionne nel concepire, eseguire e sponsorizzare l’attività fraudolenta».

ATTACCO SENZA PRECEDENTI di General Motors a Fca. Il colosso americano denuncia la multinazionale ex italiana sostenendo che la corruzione al sindacato ha portato a Fca vantaggi sul costo del lavoro – i contratti sottoscritti nel 2011 e nel 2015 hanno avuto aumenti salariali molto bassi – danneggiando Gm che invece ha sempre contrattato in modo onesto.

Nell’azione legale Gm accusa Fca di essersi impegnata nel portare avanti un disegno di corruzione che ha «minato l’integrità del processo di contrattazione collettiva e causato sostanziali danno a Gm», spiega la casa automobilistica guidata da Mary Barra.

«Puntiamo a ottenere sostanziali danni»: i fondi che Gm recupererà saranno investiti negli Stati Uniti a beneficio dei dipendenti di Gm e della creazione di posti di lavoro, spiega Craig Glidden, il responsabile legale del costruttore.

[do action=”citazione”]L’accusa riguarda i contratti sottoscritti nel 2011 e nel 2015. Il manager scomparso era «centrale nel concepire, eseguire e sponsorizzare l’attività fraudolenta»[/do]

La causa prende di mira Fca e tre suoi ex manager con ruoli apicali nella struttura americana. Fca si è sempre detta estranea ai fatti, non al corrente della cospirazione fra i suoi manager con funzionari del Uaw.

Il Dipartimento di Giustizia indaga da anni su una possibile corruzione nel sindacato ed è uscito allo scoperto nel 2017 con i tre ex manager di Fca per aver pagato funzionari del Uaw così da mantenerli «grassi, stupidi e contenti»: orologi di valore erano la moneta di scambio preferita per avere in cambio accondiscenza nelle richieste salariali. Finora però il nome di Marchionne era solo stato sfiorato dall’inchiesta.

L’INCHIESTA PER CORRUZIONE all’interno del sindacato si è poi allargata arrivando fino al presidente Gary Jones, al momento in aspettativa.

Nel commentare le accuse di Gm a Fca, il Uaw precisa di aver intrapreso iniziative per prevenire che una mala gestione finanziaria si ripeta. E fa riferimento alla figura di Alphons Iacobelli, l’ex della Fca che negoziava con il Uaw. «Siamo fiduciosi» nel fatto che i contratti negoziati negli ultimi dieci anni non sono stati compromessi dalla «cattiva condotta di Iacobelli o di altri membri del sindacato».

Accuse che Fca ritiene «senza merito»: assicurando che si difenderà con tutti i mezzi legali a disposizione, l’azienda si dice «stupita per i contenuti e la tempistica» dell’azione legale. «Possiamo solo presumere che punti a fermare la proposta fusione con Psa e le trattative con il Uaw», aggiunge Fca.

In realtà Marchionne ha a lungo corteggiato General Motors per costruire un’alleanza ma Mary Barra si è sempre opposta. In più è molto più Ford ad essere in difficoltà con l’alleanza Psa-Fca: General Motors ha una posizione di mercato più solida e una gamma di modelli diversa da Psa, dal cui sbarco in Nord America ha dunque poco da temere.

La causa ha come effetto immediato quello di appesantire i titoli delle due case automobilistiche a Wall Street, con Fca che arriva a perdere fino al 3,4% e Gm il 2,4%.

I RAPPORTI TRA IL SINDACATO Uaw e Sergio Marchionne – scomparso il 25 luglio 2018 – sono stati ambivalenti.

Gli scontri con Bob King nel periodo 2010-2013 erano solo di facciata, ma dopo l’uscita dell’allora presidente di Uaw, il sindacato è diventato sempre più accomodante.

Lo scorso 24 settembre Fca aveva già dovuto fronteggiare l’arresto a Detroit: Emanuele Palma, dirigente nel settore diesel ed emissioni. L’inchiesta però riguardava lo scandalo Dieselgate, con Palma accusato di aver cospirato per ingannare regolatori, clienti e pubblico sui sistemi di emissioni utilizzati sui veicoli diesel di Fca negli Usa. L’accusa era aver violato il Clean Air Act e rilasciato dichiarazioni false sui sistemi usati da Fca.

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