Ascoltate a bordo dei quattro trattori del movimento Riscatto agricolo addobbati con bandiere tricolori e cartelli che ieri mattina hanno fatto un mini-tour di Roma fino al Colosseo a uso e consumo di fotografi e videomaker, le parole di Giorgia Meloni non appaiono distanti dalle loro richieste. Però la prima ministra, invece di incontrare loro, le ha pronunciate davanti al ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, a quello degli Affari europei Raffaele Fitto e ai rappresentanti della Confederazione italiana agricoltura (Cia), della Coldiretti, della Confagricoltura, di Copagri e di Fedagripesca, le organizzazioni di rappresentanza del settore che però il movimento dei trattori contesta.

Meloni ha proposto alle associazioni di rivedere la norma che ha reintrodotto il pagamento dell’Irpef sui terreni agricoli, proponendo un’esenzione per i redditi sotto i 10mila euro. Ha detto che il governo «intende rafforzare il vincolo di origine cento per cento italiana delle produzioni», «vuole impedire la vendita sotto i costi di produzione e riconoscere il giusto prezzo agli agricoltori», rafforzando i controlli e potenziando le strutture dell’Ismea (Istituto di servizi per l’analisi alimentare), che ogni mese elaborano e pubblicano i prezzi dei prodotti agricoli e «i costi medi di produzione delle principali filiere».

I manifestanti di Riscatto agricolo invece sono stati ricevuti dal ministro Lollobrigida nel pomeriggio. Gli hanno ribadito le loro richieste, dalla revisione completa della politica agricola europea al mantenimento della detassazione di Irpef e Imu, alle agevolazioni per l’acquisto di carburante agricolo e al divieto di importare prodotti da paesi che non hanno norme di sicurezza così stringenti come in Italia. Il ministro gli ha ribadito la proposta di tagliare l’Irpef solo per i redditi bassi, motivando la proposta con il fatto che l’esonero per tutti, introdotto nel 2013 dal governo di centrosinistra guidato da Matteo Renzi, «ha creato un disequilibrio tra italiani». Lollobrigida ha detto di aver sentito il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, della Lega, che gli assicurato che il provvedimento riguarderà «più del 90 per cento delle imprese agricole».

Il dialogo con il governo ha diviso il movimento dei trattori. Mentre la delegazione di Riscatto agricolo incontrava Lollobrigida, il leader del Cra, l’ex forcone Danilo Calvani, più in sintonia con il segretario della Lega Matteo Salvini che contestava il taglio dell’Irpef solo per i redditi più bassi, diceva che «il ministro prima crea finti presidi gestiti dagli iscritti al suo partito, poi dice di aver ascoltato tutti gli agricoltori». Gli «agricoltori traditi» non sono confluiti al presidio su via Nomentana, ma si sono riuniti in altri presidi alle porte di Roma e promettono di sfilare nella capitale la prossima settimana.

Invece le centinaia di trattori dell’accampamento di Riscatto agricolo in un terreno messo a disposizione da un costruttore al numero civico 1111 di via Nomentana ieri sera sono usciti per imboccare il vicino Grande Raccordo Anulare e sfilare in corteo a tutto gasolio. Si è trattato di una manifestazione simbolica, in attesa che sul palco del festival di Sanremo il presentatore Amadeus leggesse un loro comunicato e dopo che in cambio dell’incontro con il ministro Lollobrigida hanno accettato di non far sfilare i trattori in città e di non paralizzare il traffico.

Il Coordinamento contro la crisi, un’altra sigla del movimento, ha convocato invece una manifestazione per giovedì 15 febbraio davanti al Campidoglio a Roma. Agricoltori, ci saranno artigiani, balneari, pescatori e ristoratori protesteranno contro gli accordi europei di libero scambio, «l’eolico e il fotovoltaico selvaggi», il «monopolio delle organizzazioni professionali politicizzate» e per chiedere la moratoria dei debiti per le aziende in crisi.