Nasce sotto cattivi auspici l’odierno “tavolo tecnico preliminare” che il governo, dopo sei lunghi mesi di silenzio, ha convocato con la sola Regione Toscana per affrontare il caso ex Gkn. Alla vigilia dell’incontro fra il plenipotenziario regionale a lavoro e crisi industriali Valerio Fabiani e la sottosegretaria Fausta Bergamotto, la Rsu aziendale ha dato corpo ai sospetti, anche istituzionali, che da tempo pesano sul futuro del sito industriale. Facendo capire a chiare lettere che l’attuale proprietario Francesco Borgomeo, dopo aver liquidato quella che oggi si chiama Qf licenziando a fine anno i 173 operai superstiti, vuol vendere lo stabilimento di Campi Bisenzio a scopi immobiliari.

“Il 2 ottobre scorso ci sono state importanti variazioni societarie riguardo a Qf, che confermebbero i sospetti legati a una possibile speculazione – avverte la Rsu – perché la Pvar srl, società che detiene il 100% delle quote di Qf ha ceduto il 50% delle proprie quote a una società appena formata, con la quale condivide anche l’amministratore unico: Toscana Industry srl, controllata al 100% da una fiduciaria del Monte dei Paschi di Siena”.

Pvar ha come amministratore unico Mirko Polito, “con un profilo fortemente legato al settore immobiliare”, ed ha nel suo oggetto sociale “l’acquisto, la vendita, la permuta, la costruzione, la ristrutturazione, la gestione di beni immobili”. Anche Toscana Industry ha nel proprio oggetto sociale la stessa dicitura, e Polito ne è sempre amministratore unico. Dunque, conclude la Rsu, “Qf sostiene di non avere più cassa integrazione dal 31 dicembre in poi, ma questo non è vero. La verità è che non la vogliono prorogare. Ed è lecito ipotizzare che sin dall’inizio l’obiettivo sia stato arrivare ai licenziamenti e ad un’operazione immobiliare”.

In sostanza si realizzerebbe, sia pure con due anni di ritardo grazie alla resistenza operaia supportata da enti locali e associazionismo, la stessa operazione speculativa progettata dalla multinazionale Gkn-Melrose dopo la chiusura a tradimento della fabbrica. Una eventualità di fronte alla quale sia il sindaco campigiano Andrea Tagliaferri che Fabiani, oltre alla Fiom Cgil, rispondono chiedendo un tavolo di crisi con tutti gli attori istituzionali, il sindacato e gli operai. Perché il piano di reindustrializzazione della loro cooperativa Gff, basato sulla produzione di cargo-bike e pannelli fotovoltaici, è già in campo, anche se è stato snobbato in parlamento dal ministro Urso.

“Al progetto della cooperativa deve esser riconosciuta la stessa dignità di quello di Qf – ricordano Samuele Lodi e Stefano Angelini della Fiom-Cgil – perché dal tavolo del ministero passa il futuro di uno stabilimento che impiegava oltre 400 lavoratori e che oggi rischia la desertificazione. Occorre intervenire, non scaricare le responsabilità”. “Occorre affrontare in concreto le prospettive industriali – aggiunge Fabiani – e a Bergamotto chiederò di discutere anche della Fimer di Terranuova Bracciolini, visto che il tribunale ne ha dichiarato l’insolvenza”.