Manifesti omofobi e razzisti. L’assalto dell’estrema destra scalda le elezioni
Spagna la voto il 23 luglio Un enorme cartellone con un chiaro messaggio xenofobo è spuntato ieri nella calle Atocha di Madrid, in pieno centro. Nel manifesto, esposto da una controversa società privata chiamata Desokupa, vicina […]
Spagna la voto il 23 luglio Un enorme cartellone con un chiaro messaggio xenofobo è spuntato ieri nella calle Atocha di Madrid, in pieno centro. Nel manifesto, esposto da una controversa società privata chiamata Desokupa, vicina […]
Un enorme cartellone con un chiaro messaggio xenofobo è spuntato ieri nella calle Atocha di Madrid, in pieno centro. Nel manifesto, esposto da una controversa società privata chiamata Desokupa, vicina al partito di ultradestra Vox, si chiede con toni minacciosi la cacciata dell’attuale premier Pedro Sánchez. «Tu, in Marocco», si legge a caratteri cubitali accanto a una foto del premier spagnolo, che viene sostanzialmente minacciato di espulsione verso il principale paese di provenienza dell’immigrazione che arriva in Spagna. Il messaggio pubblicitario viene completato dalla frase: «sgomberare la Moncloa», in riferimento alla sede della presidenza del governo.
Desokupa è una sorta di para polizia che effettua a pagamento sgomberi extragiudiziali di appartamenti e case, utilizzando anche minacce e intimidazioni come denunciato da un’inchiesta del giornale «ElDiario.es», ma il suo messaggio si rifà a un mantra dei partiti della destra spagnola degli ultimi anni, quello dell’«emergenza occupazioni». Nonostante i dati non supportino questa tesi, le case degli spagnoli sarebbero continuamente minacciate, secondo queste forze politiche, da un esercito di occupanti abusivi, soprattutto immigrati, davanti ai quali la sinistra non farebbe nulla.
La settimana scorsa intanto, sempre a Madrid, mentre centinaia di migliaia di persone prendevano parte alla settimana dell’Orgoglio Lgbt, Vox esponeva in pieno centro un maxi-cartellone nel quale una mano, con bandiera spagnola al polso, gettava nella spazzatura simboli come la bandiera Lgbtiq+ o un simbolo femminista. In un’immagine si riassumeva così l’ideologia di questo partito, che nega la violenza contro le donne ed il cambiamento climatico, e vuole riportare la Spagna indietro di decenni sui diritti.
Di fronte a queste posizioni però, il Partito Popolare (Pp) non sta avendo grandi riluttanze ad allearsi con Vox (che, va ricordato, è nato da una scissione alla destra del Pp nel 2014), in decine di comuni e in numerose regioni del paese. Il grande partito conservatore spagnolo, che lo scorso 28 maggio è stato il più votato nelle regioni e nei comuni ma che aveva bisogno di alleanze per governare, nelle ultime settimane si è alleato con l’ultradestra in 140 comuni e in diverse comunità autonome.
Questi patti locali tra popolari e Vox hanno però fatto uscire allo scoperto quella che sarà la strategia del Pp dopo le elezioni, rendendo evidente cosa potrebbe accadere dopo il 23 luglio ed escludendo qualsiasi possibilità di «cordone sanitario». Esiste però una parte dell’elettorato conservatore che non gradisce i toni del partito ultra, mentre gli astensionisti a sinistra potrebbero decidere di mobilitarsi di fronte al rischio evidente di un governo reazionario. Se fino a qualche settimana fa i sondaggi davano praticamente per certa una vittoria del blocco delle destre, ora il divario con il blocco delle sinistre, composto dai socialisti del Psoe e da Sumar (la coalizione di sinistra appena nata sotto la guida di Yolanda Diaz), sembra diminuire. Proprio ieri, un sondaggio dell’agenzia 40dB mostrava una evidente rimonta dei socialisti e uno scenario più aperto.
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