Il piano Sánchez, undici miliardi per gli alluvionati
Spagna Il primo ministro presenta il consistente pacchetto di aiuti ed evita di polemizzare con il governo valenziano
Spagna Il primo ministro presenta il consistente pacchetto di aiuti ed evita di polemizzare con il governo valenziano
Mentre il governo valenziano continua a brancolare nel buio, Pedro Sánchez ieri è tornato a indossare i panni in cui si sente più comodo: quelli dello statista che affronta una crisi. La terza grande crisi da quando è presidente, dopo la pandemia e l’eruzione del vulcano de La Palma.
Subito dopo il consiglio dei ministri di ieri, il capo dell’esecutivo spagnolo è comparso davanti alla stampa – stavolta sì, lasciando ai giornalisti la possibilità di fare domande. Lo ha fatto per presentare il consistente pacchetto di misure d’emergenza appena approvato, per un totale, per il momento, di quasi 11 miliardi di euro di aiuti. Tutte le zone colpite sono state dichiarate “zone colpite da catastrofe”, uno status che permette di azionare i meccanismi di sostegno economico.
EVITANDO DI POLEMIZZARE direttamente con il governo valenziano (quello che non ha funzionato «è un dibattito che faremo in un altro momento», ha detto magnanimo), ha sottolineato che il governo spagnolo è stato pronto fin da subito a prestare appoggio per gestire l’emergenza. Ha parlato di «cogovernanza», come ai tempi della pandemia, come maniera «più efficace» per gestire questa crisi. «I cittadini non vogliono vedere le loro istituzioni combattere, ma lavorare fianco a fianco nella risposta alle emergenze, come sta facendo il governo spagnolo», ha sottolineato. E di fronte a chi lo critica per non aver dichiarato lo stato di emergenza e aver centralizzato il controllo della situazione, ha detto che «sostituire i responsabili della Generalitat avrebbe significato ridurre l’efficacia della risposta» e che «è anche una questione di rispetto istituzionale». Perché, ha concluso, «tutti siamo stato».
È molto facile distinguere coloro che esprimono la loro rabbia per la situazione che stanno vivendo da altri gruppi ultrà organizzati Pedro Sánchez
Ha voluto anche minimizzare l’attacco ricevuto domenica durante la visita sui luoghi dell’alluvione, in cui sono stati attaccati sia lui, sia il presidente valenziano, sia il monarca Filippo VI, ma lui aveva avuto la peggio: una bastonata sulla schiena e il vetro posteriore della sua auto distrutto. «È molto facile distinguere coloro che esprimono la loro rabbia per la situazione che stanno vivendo da altri gruppi ultrà perfettamente organizzati che volevano causare il maggior danno possibile. Sto bene e non mi distoglieranno dalla cosa fondamentale: proteggere la gente e dare risposte alle necessità», ha detto.
IL PACCHETTO COMPRENDE aiuti diretti per coprire le spese per la ristrutturazione delle case, per gli elettrodomestici o per le auto, così come sospensione dei pagamenti delle rate del mutuo e copertura per le imprese che debbano licenziare temporaneamente dei lavoratori, così come dei lavoratori stessi. Misure molto simili a quelle prese per le due crisi precedenti.
Ma è anche un modo per Sánchez di chiedere appoggio sulla finanziaria. «Se prima era necessaria, ora lo è ancora di più», ha detto. Chiarendo che il decreto entra subito in vigore – ma richiederà un aggiustamento di conti, oltre alla richiesta dei fondi europei specifici.
Se Sánchez si erge a statista, il presidente valenziano è sempre più al centro della polemica. Ieri si è saputo che, proprio il giorno prima della tragedia, aveva nominato come direttore generale per il suo ministero degli interni – cioè la persona che dovrebbe gestire queste tragedie – un esperto in festeggiamenti taurini. E, ancora, che il primo giorno della catastrofe, non solo per tutta la giornata non aveva mandato gli avvisi alla popolazione mentre partecipava ad altri eventi pubblici, ma durante più di due ore è scomparso fino alle 7 di sera e non ha partecipato alla prima riunione di emergenza. E che il personale del 112, esternalizzato, è fortemente sottodimensionato. E poi il sindacato Cgt lo ha denunciato alla Fiscalia di Valencia per aver commesso crimini contro i lavoratori per negligenza.
NEL FRATTEMPO, è il suo stesso partito, il Pp, a scaricarlo: ora Alberto Núñez Feijóo chiede al governo di dichiarare l’emergenza e di esautorarlo. Mentre diffonde l’ennesima bufala secondo la quale i nuovi aiuti scatterebbero solo se si approva la finanziaria, cosa che Sánchez ha esplicitamente smentito.
Per quanto riguarda altre bufale, alla fine nel parcheggio allagato dove si diceva che sarebbero emerse centinaia di vittime, non è stato trovato nessun cadavere. Anche se il numero di vittime è implausibilmente fermo da giorni: anche questa catastrofe comunicativa contribuisce a aumentare la confusione.
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