Isolata, sottoposta a una videosorveglianza costante, costretta a stare chiusa dentro una cella per 23 ore al giorno. Queste sono le condizioni carcerarie a Budapest di Maja T., l’antifascista non binaria tedesca, accusata degli stessi fatti attribuiti a Ilaria Salis, consegnata all’Ungheria lo scorso giugno, in una sorta di versione europea delle vecchie extraordinary rendition: Maja T. infatti venne prelevata dal carcere di Dresda nel cuore della notte, senza dar tempo al suo avvocato di presentare ricorso alla corte costituzionale federale, che poi ha detto il suo no alla consegna dell’antifascista quando lei però era già in Ungheria. Il racconto...