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Madrid scende in piazza per il diritto alla casa

Madrid, manifestazione per il diritto alla casa (Europa Press via AP)Madrid, manifestazione per il diritto alla casa – Europa Press via AP

Spagna Migliaia di famiglie, e soprattutto le persone più giovani, non possono più permettersi né di pagare un affitto, che spesso assorbe più di metà del salario. Il premier Sánchez: “Non voglio un paese di proprietari ricchi e inquilini poveri”

Pubblicato circa 8 ore faEdizione del 15 ottobre 2024

“Non voglio un paese di proprietari ricchi e inquilini poveri”. Lo ha detto ieri il premier Pedro Sánchez dopo la massiccia manifestazione di domenica per le strade di Madrid, in cui più di 22mila persone (150 mila secondo gli organizzatori) sono scese in strada per protestare contro le inefficaci politiche sulla casa messe in campo dall’esecutivo.

Il problema della casa sta di nuovo prendendo drammaticamente protagonismo: migliaia di famiglie, e soprattutto le persone più giovani, non possono più permettersi né di pagare un affitto, che spesso assorbe più di metà del salario, o meno ancora di acquistare un appartamento, con i prezzi che ormai sono completamente fuori controllo nella maggior parte delle zone del paese – e non solo nelle grandi città, dove il problema è grave già da diversi anni. In media i prezzi sono saliti di quasi il 60% dal 2015. Concretamente, secondo i dati resi pubblici da un’inchiesta del País, gli affitti sono cresciuti del 58% mentre i prezzi per gli acquisti del 47% (soprattutto a Madrid, in Catalogna e alle Baleari, dove il salto tra il 57 e il 63%), mentre i salari in questi stessi anni sono cresciuti solo del 17%. Il 65% delle persone deve impiegare più del 35% del proprio salario per pagare la casa: il 31%, deve investire più del 40%.

Il tutto in un paese dove le case popolari rappresentano solo il 2,5% di tutto il parco immobiliare del paese, mentre in Europa la media è quasi il quadruplo.

L’assurdo della situazione è dato anche dal fatto che una casa su sette in Spagna è vuota: si tratta di 4 milioni di appartamenti sfitti. Nel frattempo, sono entrati a grandi passi nel mercato investitori stranieri (che dall’anno 2013 grazie a una legge di Rajoy possono acquisire addirittura il permesso di residenza: il governo Sánchez è da mesi che annuncia di voler derogare questa norma detta “golden visa”, ma ancora non è stato fatto). E soprattutto i grandi fondi di investimento, i cosiddetti fondi avvoltoi, come Blackstone, che in Spagna non sono regolati: acquistano stock di appartamenti e, con minime modificazioni, li rimettono sul mercato a prezzi maggiorati, spesso allontanando gli inquilini, a cui aumentano gli affitti.

Le richieste dei manifestanti erano chiare: controllare gli affitti, bloccare gli sfratti – nel 2023 sono stati più di 26mila, soprattutto di persone in affitto – controllo dei fondi avvoltoi e controllo delle frodi sui cosiddetti “affitti stagionali”, dietro cui si mascherano affitti abituali. Il governo, con la pressione infinita di Podemos, era riuscito nel 2023 ad approvare dopo sei anni finalmente una legge che dava alle regioni la possibilità di bloccare in parte l’aumento dei prezzi degli affitti nelle zone dichiarate “sotto tensione”. Nell’unica regione dove è stato fatto in maniera significativa, la Catalogna, – in quelle governate dal Pp gli esecutivi regionali hanno boicottato sistematicamente la legge – gli affitti sono diminuiti di fatto di qualche punto percentuale. Peccato però che anche il numero totale di affitti concessi sia diminuito, perché molti sono passati al mercato “stagionale” o quello turistico, che non ha nessun limite. Spingendo ancora più in alto i prezzi.

Per questo il sindacato delle inquiline aveva raccolto firme per presentare una legge che mettesse ordine anche in questo tipo di mercato stagionale. Ma il Pp e Vox, con il valido aiuto degli indipendentisti di Junts, guidati da Carles Puigdemont, ne ha bloccato il dibattito facendo cadere la proposta ancora prima di essere discussa solo poche settimane fa.

Le proteste dei manifestanti erano dirette tanto contro il governo regionale di Madrid, guidato da Isabel Díaz Ayuso, peso massimo del Pp, quanto contro i socialisti e Sumar, che non hanno saputo “cogliere nessuna delle opportunità che vi abbiamo dato”, come ha detto la portavoce del sindacato delle inquiline, Valeria Racu, che ha minacciato anche con uno sciopero degli affitti. La richiesta di dimissione della ministra del settore, Isabel Rodríguez è stata ripetuta molte volte.

Per il momento Sánchez, otre alle belle parole, ha promesso solo di continuare nella politica di “buoni” per l’affitto dei giovani di 250 euro al mese per due anni – che hanno l’unico effetto di far aumentare gli affitti –, ha rinnovato la promessa di costruire più case popolari e di varare un regolamento per gli affitti stagionali. Sumar, che appoggiava la regolazione degli affitti proposta per il sindacato delle inquiline, per bocca del suo portavoce e ministro della cultura Ernest Urtasun si lamenta che queste misure “non sono sufficienti e non vanno alla radice del problema”.

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