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Macron si riavvicina all’Italia, allora chiediamogli della Strage di Ustica

L'assemblaggio dei resti del Dc9 di Ustica nel Museo della memoria di Bologna foto ansaL'assemblaggio dei resti del Dc9 di Ustica nel Museo della memoria di Bologna – foto Ansa

Lettera aperta a Giorgia Meloni Le dichiarazioni recenti del Presidente Amato sono il motivato appello di un protagonista della vicenda a intensificare la pressione diplomatica su uno Stato restio alla collaborazione

Pubblicato circa un anno faEdizione del 3 ottobre 2023

Pare che i funerali del Presidente emerito Napolitano abbiamo permesso un riavvicinamento della Presidente Meloni con il Presidente Macron e, nei fatti, una ripresa del dialogo fra Italia e Francia.

Allora vorrei proprio partire dall’invito, riguardante la Strage di Ustica, del Presidente Napolitano «occorre il contributo di tutte le Istituzioni a un ulteriore sforzo per pervenire a una ricostruzione esauriente veritiera di quanto accaduto e accertare responsabilità nazionali e internazionali rimaste coperte da inquietanti opacità e ombre» per chiedere ora al Governo italiano un impegno determinante sulla vicenda di Ustica.

E in particolare mi sento di chiedere alla Presidente Meloni, non sono riuscita a farlo di persona, di non considerare le dichiarazioni recenti del Presidente Giuliano Amato che sollecitano una azione nei riguardi della Francia, come le «lamentele» di un cittadino qualunque, ma come il motivato appello – di una personalità che nel tempo e con ruoli istituzionali è stata protagonista della vicenda – a intensificare la pressione diplomatica su uno Stato che risulta, nei fatti, particolarmente restio alla collaborazione. Voglio sempre ricordare ad esempio, l’episodio delle attività della base aerea di Solenzara – ultimo caposaldo francese del Sud – dichiarata chiusa già alle 17 del pomeriggio nella tragica giornata del 27 giugno 1980.

Oggi voglio chiedere ancora alla Presidente Meloni e al suo Governo, di considerare formalmente e nella sostanza, la strage di Ustica come tragedia a sé stante, ricordando altresì che il Governo Italiano è stato condannato in via definitiva in procedimenti civili perché quell’aereo è stato abbattuto e il Ministero dei trasporti non ha protetto le vite dei cittadini e il Ministero della Difesa ha ostacolato il raggiungimento della verità, con distruzioni di prove e depistaggi vari.

E di non farsi trascinare dalla continua volontà di parte della destra di collegare stragi – lo slogan è sempre stato «Ustica chiama Bologna» – con lo scopo di delegittimare l’operato della Magistratura relativamente alla strage del 2 agosto a Bologna. Vale la pena ricordare che per Ustica ogni ipotesi, bomba o missile è sempre stata cavalcata.

Quindi Ustica come tragedia a sé, senza apparecchiature politiche: per questo denuncio ancora che l’intrusione – introduzione di una associazione senza storia ne requisiti nel Comitato Consultivo per la Direttiva Renzi-Draghi con il merito (?) soltanto di sostenere l’ipotesi bomba, è un grave vulnus dal punto di vista istituzionale.

Oggi comunque è necessario tener alto l’impegno per la verità e operare con determinazione all’attuazione della direttiva Renzi-Draghi, questo deve diventare un obiettivo prioritario per il Governo.

Voglio solo osservare che nella lunga e difficile vicenda dell’applicazione della Direttiva, l’Associazione ha sempre denunciato negli anni, oltre alle evidenti carenze complessive, per Ustica la significativa e inaccettabile mancanza di materiale coevo ai fatti.
E solo per la cronaca voglio ricordare ancora che, proprio nell’indagare su queste carenze, è venuta alla luce la totale sparizione dell’archivio del Ministero dei trasporti per gli anni delle stragi.

Anche su questa “scomparsa” è necessaria da parte dell’Esecutivo una riflessione: si tratta comunque di un vulnus per la Storia del Paese, ma soprattutto si tratta di evidenti comportamenti contrari alla legge vigente sulla conservazione e archiviazione dei documenti delle Amministrazioni pubbliche, compiuti da pubblici funzionari e dipendenti.

Ma ritornando ai giorni nostri, abbiamo visto un fiorire, dopo le dichiarazioni del Presidente Amato che continuo a considera uno stimolo positivo, di vicende, di documenti sottratti e forse distrutti, documenti prelevati da Amministrazioni militari in archivi privati, documenti resi, documenti trattenuti, documenti non desecretati per mancanza di autorizzazione degli Enti generatori.

E su quest’ultimo aspetto, oltre alle spiegazioni comunque dovute ancora in base alla Direttiva, va aperto a livello alto, un confronto a livello internazionale, per fare sentire ai vari enti generatori che a oltre quaranta anni dalle stragi in questione, non ci possono essere ostacoli tecnici di segretezza che si frappongano alla necessità di ogni tipo di documentazione utile alla ricerca della verità e alla scrittura di una storia documentata, sulle aberranti stragi avvenute nel nostro paese.

Deve essere resa disponibile per la giustizia e la ricerca.

* Presidente Associazione Parenti Vittime Strage di Ustica.

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