«Putin spera ancora di conquistare tutta l’Ucraina». A dirlo è Colin Kahl, alto funzionario del Pentagono, invitato ieri dal Centro per la Nuova sicurezza Americana a esprimersi sulla guerra. Anche se ultimamente le truppe di Mosca hanno ottenuto alcuni successi tattici, Kahl ritiene che sia «improbabile che la Russia riesca a raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi». A poche ore di distanza anche la Cnn si è espressa in merito, citando alcuni anonimi funzionari dell’intelligence Usa che avrebbero definito la situazione attuale «cruciale» per le sorti del conflitto.

«Penso che si stia per arrivare al punto in cui una parte o l’altra prevarrà – ha dichiarato uno degli informatori (che sarebbe anche un funzionario Nato) all’emittente americana – O i russi raggiungeranno Slovijansk e Kramatorsk o gli ucraini li fermeranno lì. E se gli ucraini saranno in grado di difendere la linea, tenuto conto della forza» dell’avversario, ciò «avrà importanza».

IN ALTRI TERMINI, il mondo occidentale osserverà con estrema apprensione gli sviluppi dei prossimi giorni perché ne va anche delle decisioni di molti su energia e investimenti bellici. Intanto a Severodonetsk sembra che le forze russe siano riuscite a prendere il controllo della maggior parte della città.

Lo sostiene il ministero della difesa britannico che nell’ultimo aggiornamento di intelligence scrive che una parte delle forze armate ucraine, insieme a diverse centinaia di civili, si sarebbe rintanata nell’ex impianto chimico Azot. Se dovesse essere confermato, le truppe di Mosca sarebbero obbligate a continuare i combattimenti in città invece di essere dislocate altrove per continuare l’avanzata nel Donbass e, forse, sarebbe il presupposto per l’ennesima vittoria di Pirro.

Il presidente francese Macron ieri in Romania (foto: Yoan Valat/Ap)

NELL’ATTESA di comprendere le sorti di Severodonetsk e soprattutto dei civili rintanati da mesi nei rifugi sotterranei, i capi di stato di Italia, Francia e Germania si recheranno a Kiev per incontrare il presidente ucraino.

«Siamo in un momento in cui bisogna inviare chiari segnali politici – noi, gli europei, noi, l’Unione Europea – verso l’Ucraina e il popolo ucraino», ha detto Macron dopo aver incontrato il presidente rumeno Klaus Iohannis in una base aerea nel sud-est della Romania dove sono di stanza circa 500 soldati francesi a guida di un gruppo tattico multinazionale della Nato messo in campo dopo il 24 febbraio.

Macron, che attualmente detiene la presidenza di turno dell’Ue, era in visita a Bucarest per preparare il vertice dei leader europei del 23-24 giugno a Bruxelles e quello della Nato del 29-30 giugno a Madrid a cui sarà invitato ufficialmente anche Zelensky. Il presidente francese ha poi ribadito il sostegno militare, economico e umanitario dell’Ue all’Ucraina, sottolineando che la priorità, tuttavia, è costruire la pace. «Significa che a un certo punto tutti vogliamo un cessate il fuoco e che le discussioni ricomincino».

ANCHE PUTIN, dal canto suo, stringe le maglie delle sue alleanze e ieri ha sentito al telefono il leader cinese Xi Jinping. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua, Xi ha detto a Putin che «tutte le parti dovrebbero spingere responsabilmente per una soluzione adeguata della crisi ucraina».

Il resoconto del Cremlino è molto più esteso e si conclude con il fatto che Xi «ha rilevato la legittimità delle azioni intraprese dalla Russia per proteggere gli interessi nazionali fondamentali di fronte alle sfide alla sua sicurezza create da forze esterne».

I media occidentali si sono spesso chiesti se durante l’incontro tra i due presidenti a Pechino, settimane prima dell’inizio della guerra, Putin avesse rivelato a Xi le proprie intenzioni. In quell’occasione le due parti avevano firmato un accordo che prometteva relazioni senza «limiti» tra i due colossi e a molti è sembrato singolare che ciò avvenisse proprio a ridosso dell’invasione.

Anche se la Cina si è rifiutata di criticare pubblicamente la guerra in corso, evitando persino di definirla in tal modo, e ha accusato la Nato e l’Occidente di aver provocato Mosca, l’impressione è che Pechino voglia ancora mantenersi piuttosto distaccata dall’operato dei vicini.

INTANTO la compagnia energetica russa Gazprom ha dichiarato su Twitter che le forniture attraverso il gasdotto Nord Stream 1 verso la Germania oggi saranno tagliate di nuovo del 60%, dopo che ieri la stessa Gazprom aveva dichiarato di voler ridurre i flussi del 40% a causa delle sanzioni canadesi sulla guerra che hanno impedito al partner tedesco Siemens Energy di consegnare le attrezzature revisionate. Secondo il premier tedesco Olaf Scholz si tratterebbe solo di un pretesto e sarebbe in realtà una «mossa politica» di Putin.